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Il Seeport tra i 5 hotel italiani col panorama più bello. Guidi: «Fare rete con gli enti pubblici per comunicare la bellezza della città»

Un prestigioso riconoscimento arriva ad Ancona grazie al Seeport hotel di Guido Guidi. Il mare e il porto, con quel fascino un po’ romantico e un po’ malinconico, portano l’hotel nella top five delle location italiane col più bel panorama

ANCONA - Merito sicuramente dell’hotel, ma anche della vista che si può ammirare quando ci si affaccia dal Seeport. E, come volutamente l’imprenditore Guido Guidi ha voluto sottolineare già nel nome della struttura, è il porto di Ancona, con quel suo fascino romantico e malinconico, ad aver conquistato gli autori del sito My Luxury che ha stilato la classifica. Insomma un bel gioco di squadra, tra una città che sa come farsi apprezzare, e un imprenditore acuto e visionario che ha creduto fortemente nel potenziale attrattivo del capoluogo regionale. Ma con una riserva. guido guidi-2

Guidi, che cosa manca ad Ancona per fare il salto di qualità: da città di passaggio a destinazione turistica?

«Innanzitutto, che Ancona sia una città affascinante è innegabile. Ma a oggi la sua bellezza più vera si mostra solo a chi ha la fortuna di essere accompagnato da un local. Quello che manca è una visione e una progettualità comune per comunicare la bellezza che abbiamo. Per fare un salto è necessario fare rete, e fare rete anche con gli enti pubblici».

Ancona è pronta per un turismo di fascia alta?

«Ancona deve prepararsi a un turismo di qualità, soprattutto oggi che alcune parole come il lusso sono in via di ridefinizione e ognuno assegna loro un significato personale. Credo che Ancona, non avendo standardizzato la propria idea di accoglienza, abbia oggi la grande opportunità di distinguersi per un’ospitalità spontanea. Tanti nostri colleghi, come l’Ego e il Palace, stanno facendo bene e, insieme, credo che stiamo innalzando i livelli generali dell’offerta. Sicuramente, però, non si può prescindere da servizi di qualità». 

Su quali leve lei farebbe forza per spingere il capoluogo ad elevare la sua capacità attrattiva?

«Credo che in prima battuta la città debba chiedersi in cosa si distingue e quali potrebbero essere i suoi estimatori. Sicuramente i suoi abitanti dovrebbero essere i primi a esserne orgogliosi e a prendersi del tempo per scoprirla con occhi nuovi. Abbiamo tante eccellenze, dal sistema museale ed espositivo alle grotte del Passetto agli artigiani a tutti i rituali quotidiani che ruotano intorno ai pescherecci».

Tanti spunti da dover sintetizzare in un solo concetto?

«Le eccellenze sono tante, è vero. Ma c’è bisogno di metterle in rete e comunicarle, evidenziandone il valore di autenticità e di sostenibilità. Questa credo sia la chiave per dar vita alla crescita di un turismo sostenibile e che possa essere compatibile con la quotidianità cittadina. Un turismo di qualità, insomma».

Lei ha anche un altro importante hotel, il Seebay a Portonovo. Su che cosa si potrebbe puntare per far compiere alla Baia un ulteriore passo avanti?

«In primis migliorare la vivibilità di Portonovo, baluardo green della città di Ancona. Lo dico anche a mio discapito perché lì c’è il mio SeeBay Hotel, ma bisognerebbe togliere le macchine, creando dei collegamenti che rendano sostenibile l’accesso alla baia. Portonovo è degli Anconetani prima di tutto e sono loro i primi ad avere il diritto di vivere la sua essenza di oasi di pace con una programmazione di eventi e appuntamenti che vadano a esaltare questo concetto. Come può essere lo yoga all’alba in spiaggia o un violino al tramonto.».

Restando in un ambito più pratico: cosa andrebbe potenziato per una migliore fruizione della Baia?

«Mancano a mio avviso i servizi, anche quelli base. E partirei dai più semplici: tenere la baia pulita con i cestini in ordine, sistemare le buche, regolare in alta stagione la fiumana di macchine. Bisognerebbe poi lavorare tutti insieme per allungare la stagione e non ridurre Portonovo a una spiaggia frequentata tre mesi l’anno: la bellezza della Baia in autunno, ad esempio, è qualcosa che tutti dovrebbero vedere per rigenerarsi».

Il Conero, secondo lei, è riuscito ad affermarsi quale destinazione turistica?

«Il Conero e l’Ente Parco hanno svolto un bel lavoro sulla riconoscibilità della destinazione, ma a questo va affiancata una rete di servizi per non disattendere le aspettative».

Complimenti Guidi per il riconoscimento ottenuto dal sito My Luxury. Che effetto le fa?

«Orgoglio sicuramente: vedere riconosciuta la propria struttura e, insieme, il territorio di Ancona mi rende indubbiamente fiero. Abbiamo scommesso su una cartolina per molti insolita: il porto, nell’immaginario comune, è considerato spesso come un luogo di degrado, noi abbiamo voluto, invece, esaltare la sua innegabile impronta per l’anima della città. Abbiamo reso omaggio a quest’anima industriale e romantica con i nostri arredi, dai colori ai materiali scelti, come se ci fosse un fluire continuo tra il dentro e il fuori dell’hotel. Oserei quasi dire che l’apertura del SeePort ha permesso di guardare con occhi diversi tutta la zona, trasferendo per osmosi la sensazione di calore e abbraccio dell’hotel all’intera area portuale».

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