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Quando il piatto diventa opera d'arte. Le due chef: «Vogliamo coinvolgere artisti del territorio»

Le due cuoche, Angela Giordano e Gabriela Damico, lanciano il progetto Food & Art. Un paio di anni fa, hanno dato vita ad una pagina Instgram di successo @Rainbow_woman_chefs_art per valorizzare e far conoscere il mondo della cucina al femminile

ANCONA- Le opere d’arte sul piatto. Quadri famosi e ceramiche vengono riprodotti sapientemente impiattando pesce, carne, formaggi e verdure dando vita a delle portate dall’effetto “wow”. Un’esplosione di colori e di gusto che appaga tutti i sensi e rende l’esperienza culinaria davvero unica. Le due chef Gabriela Damico e Angela Giordano lanciano il progetto “Food & Art” con l’obiettivo di coinvolgere artisti del territorio con cui collaborare per creare piatti artistici e trovare nuove ispirazioni. Le due giovani cuoche, 27 anni di Ancona la prima, 37 anni di Amalfi la seconda, attualmente lavorano al Molo a Portonovo e insieme, un paio di anni fa, hanno dato vita ad un progetto per valorizzare e far conoscere il mondo della cucina al femminile creando la pagina Instgram di successo @Rainbow_woman_chefs_art. «Questo nuovo progetto legato al food e all’arte è un’evoluzione della precedente iniziativa- spiega chef Gabriela Damico-. Alcuni nostri piatti si ispirano a dei quadri famosi, come “Il seminatore” di Van Gogh e il “Grande albero” di Cezanne. Ci piacerebbe collaborare con artisti del territorio per creare nuove portate basandoci sulle loro opere. Vogliamo creare sfumature gustative, piatti mai visti che siano un’ode alla bellezza».

«Anche il mestiere del cuoco è arte- commenta chef Angela Giordano-. A Milano, ma anche ad Ascoli Piceno ad esempio, sta prendendo piede questo genere di cucina ad alto livello. Nell’anconetano invece siamo ancora indietro sotto questo aspetto. Abbiamo intenzione di aprire un nostro ristorante ad Ancona il prossimo inverno dove potremo dare sfogo alla nostra creatività. Si sente parlare sempre dei soliti chef invece ci sono molti giovani in gamba e con idee innovative».  Dal quadro al piatto, dalla tela alla tavola. Ma come si fa a impiattare un’opera d’arte? «Utilizziamo solo materie prime d’eccellenza italiane e prepariamo i piatti con tecniche innovative studiate nel corso delle varie esperienze fatte in questi anni. Per realizzare delle portate opera d’arte occorre curare nei minimi dettagli l’abbinamento- spiegano Gabriela Damico e Angela Giordano-. I piatti dell’alta ristorazione vanno spiegati al cliente, raccontata la storia ed illustrata la sequenza di degustazione per esaltare il percorso dei sapori».

Piatti opere d'arte

Ecco allora alcuni esempi di opere d’arte impiattate. Il “Grande albero” di Cezanne è una rivisitazione della caprese. È stato realizzato dalle due chef utilizzando un tarallo di Agerola, pomodorini del piennolo gialli e rossi DOP, mozzarella di bufala campana DOP, gelée di pomodoro e salsa basilico. Su due ceramiche artigianali di Vietri sul Mare sono stati invece abbinati degli stuzzichi di benvenuto. Il primo è un polpo cotto a bassa temperatura poi piastrato con perlage di colatura di alici, salsa basilico, zest di limone e perle al basilico. Il secondo è una lisca al nero di seppia con piccoli spuntoni di ricotta ricoperta da caviale perlage Aperol e zest di limone con fiori eduli su riccio di ceramica. Infine, altro piatto è “E il naufragar m’è dolce in questo mare” per il quale le due chef si sono ispirate al busto in marmo di Carrara “La vergine velata” di Giovanni Strazza. Gli ingredienti sono: gazpacho giallo e rosso, ceviche di spigola e velo di gelatina di vino bianco Verdicchio dei Castelli di Jesi. 

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