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Elica, presidio in Prefettura: «Carico di lavoro c’è, delocalizzare non ha senso»

Sit-in ad Ancona questa mattina, davanti alla sede della Prefettura. Il Coordinamento Unitario: « Le ragioni aziendali del piano annunciato 7 mesi fa oggi vengono a mancare»

Lavoratori Elica in presidio questa mattina davanti alla sede della Prefettura in piazza del Papa (GUARDA IL VIDEO). i dipendenti dello stabilimento di Cerreto d'Esi e di Mergo si sono riuniti ad Ancona  con le rispettive sigle sindacali (Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm). La Elica, azienda leader nel settore delle cappe aspiranti aveva annunciato in primavera il trasferimento delle linee produttive a maggiore standardizzazione nello stabilimento di Jelcz-Laskowice, in Polonia. A rischio oltre 400 posti di lavoro. Il sit-in di oggi è l’ultima tappa, in ordine di tempo, di una battaglia che ha avuto inizio lo scorso marzo: «Lo stato delle vertenza Elica impone un ragionamento molto profondo in quanto, dal 31 marzo, delle situazioni si sono modificate e non si può non tenerle in considerazione- spiega in una nota il Coordinamento Unitario del gruppo Elica- l’andamento dell’azienda è mutato ed oggi Elica un carico di lavoro importante e riesce a marginare come non era mai accaduto negli ultimi anni, di conseguenza le ragioni aziendali del piano annunciato 7 mesi fa, oggi vengono a mancare. Quello che invece rimane è il numero impressionante di cappe che sarà oggetto di delocalizzazione (oltre un milione e da qui i 409 esuberi) così come la portata di investimenti previsti, approvati ed in essere sul plant polacco». 

«Indiscutibilmente- prosegue il coordinamento- la sospensione del piano annunciata dall’azienda il 29 giugno è stato un passaggio fondamentale, ottenuto grazie ad una capacità di mobilitazione poderosa ed oggi si sta discutendo anche sulle proposte industriali, avanzate dal Coordinamento sindacale, di far diventare il territorio di Fabriano il reale centro di produzione di tutto l’alto di gamma, attraverso soprattutto operazioni di reshoring e sullo sviluppo futuro di quelle tipologie. Questo creerebbe un progetto industriale solido, rivolto anche al futuro e che traguarderebbe il rilancio e la riqualificazione di tutta l’area montana, partendo dalle professionalità e dalle competenze già esistenti che sarebbero valorizzate , creando anche quelle che serviranno nei prossimi anni. Un paradigma di politiche di settore ( elettrodomestico ) in controtendenza con quanto sta avvenendo, che vuole diventare un riferimento per tutto il paese ma per questo c’è bisogno di uno sforzo ulteriore da parte di Elica che ad oggi non è ancora sufficiente, con l’idea che invece si continuino a perseguire gli obiettivi del piano originale, indipendentemente dalle dichiarazioni che si fanno. E’ necessario quindi perseguire la concretezza richiamata dalla Vice-Ministra Alessandra Todde, che vogliamo raccogliere e rilanciare, chiedendo con forza l’azienda, come già fatto alla fine dell’incontro del 19 ottobre, di tornare al tavolo ministeriale, con del lavoro certo, aggiuntivo e qualificato per le fabbriche italiane, che dia credibilità e sostenibililtà in prospettiva ad un progetto industriale da condividere e con un piano di investimenti che ne renda attuabile la costruzione e che restituisca la centralità al territorio di Fabriano nelle strategie della multinazionale: territorio e persone a cui Elica deve la sua fortuna ed il suo ruolo di leader mondiale nel mercato di riferimento. Riprendiamo la mobilitazione per conquistarci il Lavoro ed il futuro che ad oggi non ci viene ridato, in nome di logiche finanziarie e speculative, per conquistarci un accordo all’altezza della nostra storia e della nostra lotta, con tutte le forme che riterremo più opportune». 
 

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