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Violenza sui più fragili: medici legali e professionisti del settore a confronto

il congresso coinvolgerà diversi relatori autorevoli della comunità scientifica nazionale e internazionale, tra cui Francesco Introna, presidente SIMLA e ordinario di medicina legale presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”

ANCONA - L’XI Congresso regionale “La violenza sui minori, sulle donne e sugli anziani: riconoscere, proteggere, intervenire. Andare sempre un passo avanti”, patrocinato dalla Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni e delle Scienze Forensi e Criminalistiche (SIMLA), e organizzato da Azienda Ospedaliera Universitaria Marche, Università Politecnica delle Marche, Fondazione Ospedale Salesi, FIASO (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere), si terrà il 15 settembre, a partire dalle 9.15, presso l’Auditorium Montessori Facoltà di Medicina e Chirurgia, Via Tronto 10/a - Torrette di Ancona. 

Presieduto dal Armando Marco Gozzini, direttore generale A.O.U. delle Marche, con la direzione scientifica della prof.ssa Loredana Buscemi, past president Genetisti Forensi Italiani, il congresso coinvolgerà diversi relatori autorevoli della comunità scientifica nazionale e internazionale, tra cui Francesco Introna, presidente SIMLA e ordinario di medicina legale presso l’Universita degli Studi di Bari “Aldo Moro”, per affrontare il complesso fenomeno delle violenze sui soggetti fragili, anche per evidenziare, oltre alla necessità di una maggiore sensibilizzazione sul tema, le ricadute sul sistema sanitario nazionale.  

“È un tema fondamentale di cogente interesse per la medicina legale - evidenzia il prof. Introna -, infatti nel prossimo Convegno Intergruppi nazionale che si svolgerà a Cagliari, dal 28 al 30 settembre, sarà sviscerato a 360 gradi nei suoi vari aspetti: come riconoscere la violenza sui soggetti fragili, come poterla identificare da un punto di vista anatomopatologico, come poter intervenire dal punto di vista psichiatrico forense”. L’importante, aggiunge il presidente SIMLA, è “non avere stereotipi: i soggetti fragili non devono essere considerati tout court le donne, i minori e gli anziani, ma dobbiamo inserire anche altre categorie, in quanto possono essere anche uomini. Si tratta di un fenomeno complesso che stiamo affrontando anche con delle commissioni specialistiche allargate nel contesto della Società italiana di medicina legale”. 

Considerazioni doverose e allarmanti se pensiamo che nel 2021, secondo gli ultimi dati Istat, ci sono state 11.771 donne che hanno effettuato un accesso in PS con indicazione di violenza, un dato in crescita dal 2017. E i numeri, purtroppo, non si fermano qui. La seconda Indagine Nazionale sul maltrattamento all’infanzia e all’adolescenza, realizzata da Terre des Hommes e CISMAI, su mandato dell’AGIA (Autorità Garante per L’Infanzia e l’Adolescenza) certifica che in Italia sono 77.493 i minori in carico ai servizi sociali per maltrattamento e che il 91,4% degli abusi avviene all’interno della famiglia.

A presentare i temi portanti del Congresso è la prof.ssa Loredana Buscemi:“Sebbene sia difficile ottenere stime precise sulle ricadute del fenomeno della violenza sui soggetti fragili in termini di salute del singolo e della collettività, è certo che il costo della violenza si traduce in tutto il mondo in una spesa annua inestimabile per l’assistenza sanitaria e per le economie nazionali in termini di giornate di lavoro perse, azioni giudiziarie e investimenti perduti. Sono questi gli argomenti che verranno trattati nel corso dei lavori congressuali, alla luce anche dei nuovi orientamenti normativi, quali la Riforma Cartabia, e del progredire scientifico-tecnologico, con i nuovi orizzonti prospettati dall’intelligenza artificiale”.

Tematiche indifferibili che saranno al centro della giornata di studi e che si declineranno sui vari ambiti degli ospiti invitati: dagli aspetti sanitari a quelli sociali e giuridici. Una realtà complessa che si estende su molteplici ambiti con conseguenze  immediate e prospettive spesso catastrofiche: “Questa sofferenza - conclude la dott.ssa Buscemi - è un carico che si riproduce, poiché le nuove generazioni apprendono dalla violenza della generazione precedente, le vittime imparano dai loro carnefici e le condizioni sociali che alimentano la violenza vengono lasciate proliferare”.  
 

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