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Cinghiali nei centri abitati, l'esperto smentisce l'assessore: «I sindaci possono intervenire con ordinanze»

Il presidente provinciale e vice presidente regionale della Confederazione Italiana Liberi Agricoltori conosce fin troppo bene l’argomento per questo ha deciso di dire la sua dopo le dichiarazioni in Consiglio comunale dell’assessore all’Ambiente

ANCONA- «È vero che il protocollo della Regione per l’adozione di misure urgenti finalizzate a contenere la presenza dei cinghiali nelle aree urbane non è stato attivato, ma i sindaci possono intervenire con delle ordinanze». Andrea Busetto Vicari è un agricoltore dell’urbinate ed è presidente provinciale e vice presidente regionale della Confederazione Italiana Liberi Agricoltori. Conosce fin troppo bene l’argomento cinghiali per questo ha deciso di dire la sua dopo le dichiarazioni in Consiglio comunale dell’assessore all’Ambiente del Comune di Ancona, Michele Polenta. «È una bugia che i sindaci non possono intervenire- dichiara l’agricoltore-. Ad Urbino ad esempio, ma la stessa cosa è avvenuta in molti altri comuni, quando la situazione cinghiali era come quella di Ancona, nel maggio 2021 il sindaco ha firmato un’ordinanza per la cattura e il successivo trasporto dei cinghiali presenti nei centri abitati per tutelare la pubblica incolumità. Per farlo si sono avvalsi di una apposita ditta. Diciamo che forse non vogliono intervenire e cacciare i soldi. Gli strumenti per fare qualcosa ci sono, il sindaco può dare l’ordine agli operatori di intervenire con recinti di cattura e fucili con sonnifero in quanto i cinghiali vanno portati in mattatoio addormentati per essere poi abbattuti e mandati all’incenerimento. Che cosa aspettano che succeda una disgrazia? I sindaci sono responsabili della sicurezza dei cittadini. È chiaro che la Regione deve intervenire ma Polenta ha scaricato tuto su di questa lavandosene le mani».

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Andrea Busetto Vicari da 25 anni lotta contro i cinghiali, ha fatto proteste eclatanti, ha chiesto interventi e avanzato proposte per dare la possibilità agli agricoltori di difendersi dai cinghiali. I suoi appelli a ministri, assessori, politici sono però rimasti inascoltati. «Da 25 anni vivo assediato dai cinghiali, la mia azienda agricola ormai è devastata. Tutto è iniziato nel ’97, mia moglie era in dolce attesa ed è stata puntata da un branco. Ce la siamo vista brutta- racconta-. Da allora abbiamo ricevuto sempre la visita dei cinghiali e i relativi danni. Un anno fa sono finito in un dirupo con il trattore, ho rischiato di morire. Mi sono ribaltato perché i cinghiali mi avevano devastato il campo. Finito di risistemarlo, ovviamente a mie spese, stavo tornando a casa quando ho preso una buca enorme fatta dai cinghiali. Un branco mi è passato davanti, ho frenato bruscamente e sono finito in un dirupo. Sono vivo per miracolo. Ho 100 ettari di terra che non possono più coltivare come un tempo, non posso più coltivare mais e ceci. Alla mia età, ho 62 anni, non intendo passare la notte con un fucile in mano ad attendere i cinghiali».

In che senso? «C’è una norma regionale del 2018, risalente quindi alla scorsa legislatura, che prevede che gli agricoltori con licenza di caccia e relativi corsi possano sparare giorno e notte ai cinghiali. Gli agricoltori che non hanno la licenza invece possono fare un corso di tre ore per installare i recinti di cattura, il sistema più efficace per catturare i cinghiali- spiega -. Ci sono però problematiche di tipo politico, cacciatori che non vogliono che il loro gioco finisca e ambientalisti fanatici». Secondo l’agricoltore urbinate il problema dei cinghiali è stato sempre sottovalutato e la situazione sta degenerando. «Ci sono competenze regionali invece né Regione né l’ATC (Ambito territoriale di caccia) hanno mai fatto nulla. Il problema è la politica vigliacca. Ormai so che è una battaglia persa, non mi faccio nessuna illusione, so che non si risolverà mai». Il presidente provinciale e vice presidente regionale della Confederazione Italiana Liberi Agricoltori ricorda inoltre che i cinghiali, oltre a proliferare in maniera incontrollata, trasmettono la peste suina africana ai maiali che vanno immediatamente abbattuti provocando danni alla filiera.

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