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La poesia tra i giocattoli, i versi di Galluccio e Viti tra soldatini e cavallucci

Domenica si terrà la presentazione di due libri di poesia che hanno fatto molto parlare di sé: “La misura dello zero” (Einaudi) di Bruno Galluccio e “Se le cose stanno così” (Italic) di Piergiorgio Viti

Bambole in biscuit, antichi orsi, automobiline di latta. In questa inedita cornice, quella del Teatro del Guasco, situato all’interno del piccolo e prezioso Museo del Giocattolo, domenica 28 maggio alle 21 si terrà la presentazione di due libri di poesia che hanno fatto molto parlare di sé: “La misura dello zero” (Einaudi) di Bruno Galluccio e “Se le cose stanno così” (Italic) di Piergiorgio Viti. Napoletano, laureato in fisica, Bruno Galluccio potrebbe essere una figura neo-rinascimentale di scienziato-umanista che si dedica con profitto alla letteratura. Nelle sue poesie il mondo scientifico si carica di umanità, di biografia, come nei tre ampi ritratti di matematici famosi: Pitagora, Galois e Gödel. L'interazione fra i due piani, solo all'apparenza lontanissimi, produce un percorso mentale e immaginativo assai ricco, che si traduce su un piano verbale altrettanto suggestivo, ma come rarefatto e quasi incantato. Piergiorgio Viti invece gioca in casa, essendo marchigiano.

La sua voce è un efficacissimo attrattore di storie, di vicende, di cronache, di caratteri, che tutti insieme, come in un caleidoscopio di immagini, rifrangono un’unica sola immagine che è quella della vita stessa, nelle sue sfaccettature, nelle sue contraddizioni. È una scrittura disarmante, la sua, che non gioca con la semplicità e la chiarezza, ma le coltiva e le cavalca con sapienza. Due mondi, quelli di Galluccio e di Viti, apparentemente lontanissimi; eppure entrambi hanno da tempo guadagnato la stima del pubblico e della critica, seguendo percorsi diversissimi: ecco perché l’evento si chiamerà “Singolare plurale”: la poesia, l’ars poetica è una, ma le sue declinazioni, oggi in particolare, lontano dalla metrica classica, possono essere molteplici, come testimonia il lavoro dei due poeti.

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