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Cronaca

Terremoto, dalla birra agricola segnali di speranza per il territorio

Le Marche sono coltivate per circa il 70% a cereali e un quinti dei birrifici agricoli italiani sono nella nostra regione. Da Ascoli, Copagri lancia una tre giorni di promozione

L'agricoltura in crisi e il terremoto. Il primo problema acutizzato dall'altro e con il rischio di desertificare un intero territorio. Quale può essere la soluzione? Ripartire, dare messaggi positivi e sostenere il settore agricolo che, nelle Marche, vede i cereali sul 70% dell'intera superficie coltivata. Cereali che finiscono per diventare anche birra agricola, prodotto che Copagri festeggerà nel corso del weekend ad Ascoli Piceno per il quinto Festival Nazionale della Birra Agricola (piazza del Popolo: 7, 8 e 9 ottobre). Imprese fatte di giovani. Oltre un quinto delle aziende italiane ha sede nelle Marche, dove tutti gli imprenditori sono under 40 (la media italiana è invece dell'80%). Una nicchia che si è sviluppata a partire dal 2010 «da quando Copagri Marche – spiega il presidente regionale Giovanni Bernardini – ha vinto la sua battaglia per far riconoscere la birra come prodotto agricolo. A quel punto le aziende hanno potuto iniziare a utilizzare i loro cereali per una produrre birra ma anche pane e pasta». Di qui la dizione "birra agricola" che indica la bevanda realizzata dalla fermentazione del cereale prodotto dallo stesso produttore.

La birra sarà dunque al centro della tre giorni di degustazioni, dibattiti e anche solidarietà con la grande cena benefica che si terrà venerdì 7 allo storico Caffé Meletti di Ascoli. Ai fornelli, lo chef Enrico Mazzaroni, agriristoratore di Montemonaco e testimone degli ingenti danni, anche economici, del terremoto. «Moltissime attività turistiche – commenta Massimo Marianesi, Copagri Ascoli – hanno avuto disdette e partenze anticipate a causa del sisma. Anche la costa ne ha risentito. Ripartiamo da Ascoli perché vogliamo dare un segnale di speranza per tutti. Questi luoghi sono sicuri e occorre non smobilitare, non abbandonarli. La ricostruzione sarà lunga e ci saranno momenti sicuramente difficili. La birra agricola rappresenta un mercato in espansione. Nel corso degli anni ha fatto recuperare la coltivazione di cereali minori come ceci, lenticchia, farro ma anche riso dal quale si produce birra per celiaci. Pensiamo al luppolo: in Italia era pressoché scomparso ma ora se ne sta recuperando la coltivazione. Al momento non basta al fabbisogno e occorre reperirlo all'estero ma di qui a qualche anno potremmo avere una birra 100% Made in Italy. Altre idee per mantenere i produttori sul territorio è quella di promuovere filiere dedicate alla patata o alle castagne».

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