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Cronaca Santa Maria Nuova

Il sindaco e la sua famiglia sono positivi al Covid: «Ho ceduto il mio vaccino, lo rifarei»

E' questa la vicenda che ha coinvolto il primo cittadino di Santa Maria Nuova Alfredo Cesarini, 69 anni, ricoverato da sabato scorso all'ospedale Carlo Urbani di Jesi

Il virus è entrato nella sua sfera privata, contagiando lui e tutta la sua famiglia. Stiamo parlando di Alfredo Cesarini, 69 anni, sindaco di Santa Maria Nuova che dallo scorso sabato è ricoverato all'ospedale Carlo Urbani di Jesi. Il primo cittadino nei giorni scorso ha avuto l'occasione di vaccinarsi per valide ragioni sanitarie ma ha preferito fare un passo indietro per non essere additato come "privilegiato". 

E' proprio lui a raccontare la sua vicenda con un post pubblicato sul suo profilo Facebook. Il contagio infatti non ha risparmiato i suoi familiari, anche loro positivi ma che per fortuna stanno bene: «Il Covid è un nemico invisibile che non si è accontentato di colpire solo te, ma che ti ha colpito dove ti fa più male: negli affetti più cari. Una cosa ho cercato di imparare subito: non mollare mai, altrimenti è solo disperazione. Nella vita di situazioni difficili ne ho dovute superare tante. Questa è una grande prova. Forse la più grande, la più dura, la più imprevedibile». Le sue condizioni sono in miglioramento e Cesarini ha voluto ringraziare il personale sanitario che lo sta assistendo in questi giorni molto difficili. «Ringrazio, in questa fase, a nome di tutti noi il dottor Brecciaroli, i medici dell’USCA, quelli dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi e tutto il personale ausiliario che ci stanno curando con grande professionalità. E poi gli amici e tutti quanti in questi giorni ci sono vicini in tanti modi, facendoci sentire coccolati e meno soli. Io non mi ritengo un bravo politico, non sta a me giudicare, ma conosco bene due parole ‘dovere’ e ‘onestà’, compresa quella intellettuale di chi crede nella vera Politica. Ho deciso di aspettare il mio turno, come ha fatto il presidente Mattarella. Ma io con quella scelta che rifarei anche oggi, ho messo a rischio la mia salute e forse oggi non sarei qui da solo davanti a questa finestra di una stanza di ospedale, con la stessa immagine fissa da giorni».

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