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Cronaca

Rissa alla "Gomorra" allo stabilimento balneare per un tavolino sporco, quattro condanne

In sette sono finiti a processo dopo il pestaggio di un minorenne, dove sono rimasti coinvolti anche i genitori del ragazzo tornati con lui nel parcheggio per cercare una collanina

ANCONA - A detta della madre sembra una rissa alla «Gomorra», con persone che «spuntavano ovunque e non sapevo nemmeno perché». Erano volati bastoni, anche un lettino da spiaggia, una scena inquietante andata in onda in uno stabilimento balneare di Marcelli, l'11 luglio del 2020, dove un minorenne anconetano era stato malmenato da più persone per un tavolino dello chalet che non era stato pulito. Per quel fatto di una violenza inaudita oggi la giudice Francesca Grassi ha condannato quattro dei sette imputati per rissa (cinque avevano anche contestate le lesioni) tutti a 4 mesi con pena sospesa. Hanno tra i 25 e i 50 anni, sono di Ancona e provincia. Tra loro anche il padre del minorenne, un pugliese di 50 anni ma residente ad Ancona. Moglie e marito erano tornati al parcheggio dello stabilimento per cercare una collanina che il figlio, 17 anni, aveva perso dopo essere stato aggredito e si sono ritrovati circondati da almeno una decina di persone. «Sembrava Gomorra, spuntavano persone ovunque, non sapevo nemmeno perché. Ho cercato di fare scudo a mio figlio, sono caduta più volte, vedevo volare bastoni e anche un lettino che è finito su mio marito. Una scena inquietante, mai vista tanta violenza». Era stato questo il racconto della madre del minore sentita come testimone nell'udienza di dicembre scorso. 

Nello stabilimento si era verificato il finimondo. Il 17enne era andato in spiaggia con degli amici che si erano portati il pranzo da casa poi mangiato sui tavolini dello chalet. Un servizio offerto, quello di usare i tavolini ma a patto che la clientela prendesse le bibite nel bar dell'attività. I ragazzini avrebbero mangiato lasciando poi sporco e non consumando nemmeno una bevuta. Questo aveva irritato il personale dello stabilimento che se l'era presa con il 17enne, l'unico rimasto in spiaggia perché i suoi amici se ne erano andati. Il minorenne era stato invitato a pulire ma si era rifiutato ed era scoppiato un parapiglia. Sarebbe stato aggredito fisicamente tanto da chiamare anche i carabinieri. I militari avevano poi avvisato i genitori, che erano al mare a Porto Recanati, per far venire a prendere il figlio e portarlo in ospedale per farlo medicare.

Senza capire bene cosa era successo madre e padre del 17enne erano arrivati a Marcelli e avevano portato il figlio in pronto soccorso. Lì il ragazzino aveva lamentato di aver perso la collanina d'oro, un regalo del nonno a cui teneva e che voleva recuperare. Gli sarebbe caduta nel parcheggio, dopo l'aggressione allo stabilimento. Usciti dall'ospedale quindi erano tornati tutti e tre al mare a cercare la collanina. Ma nel piazzale si sono imbattuti in una clientela e nei dipendenti dello stabilimento che li avevano circondati. E scoppiato un altro parapiglia poi sedato di nuovo dall'arrivo dei carabinieri. Moglie e marito, i genitori del minore, erano finiti imputati per rissa, difesi dall'avvocato Andrea Natalini. Altre cinque persone, difese dagli avvocati Silvia Roccoleti e Giandomenico Frittelli, erano finite invece a processo per rissa e per lesioni aggravate perché la coppia aveva riportato ferite guaribili in 22 giorni. La madre del ragazzo, insieme ad altri tre, sono stati assolti dal reato di rissa per legittima difesa. Per il reato di lesioni sono stati assolti tutti e 5 gli imputati. Anche il figlio 17enne aveva riportato lesioni per 7 giorni di prognosi. E' nei guai anche lui per l'accaduto, ha un procedimento aperto al tribunale del Minori.

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