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Cronaca

Moglie in Russia con la figlia, «Non vedo la bambina da tre anni»: protesta pacifica davanti al Tribunale

Continua la sua battaglia Simone Saia, il ristoratore anconetano che si batte per riavere la figlia portata in Russia dalla ex compagna. L’uomo ha allestito davanti al Tribunale di Ancona un albero di Natale fatto di pannolini e orsacchiotti

ANCONA - «Mai più figli orfani di padri viventi» recita uno striscione appoggiato a terra, davanti all’ingresso del Tribunale di Ancona. E poco distante, su un altro lenzuolo bianco, un messaggio rivolto al Pm Paolo Gubinelli e ai giudici: «se erano i vostri figli ad essere stati sottratti vi comportavate allo stesso modo?». Consecutio temporum a parte, il testo è più che chiaro. «Un anno e mezzo di totale assenza» chiude il testo. Ovvero il tempo che ad oggi ha atteso Saia per ricevere risposte concrete sulla sua situazione. Almeno questo è ciò che riferisce l’uomo. Fatto sta che il ristoratore non ha più visto la figlia di quasi tre anni, dopo che la ex compagna è tornata in Russia portando con sé la piccola. «La mia protesta si estende anche a tutti i padri che subiscono le stesse ingiustizie» afferma Saia. E per sensibilizzare l’opinione pubblica ha allestito un albero di Natale molto particolare, fatto di pannolini e orsacchiotti di peluche. Con la speranza che le sue proteste, sempre pacifiche e molto particolari, prima o poi abbiano il risultato auspicato. Ovvero che la sua storia possa avere l’attenzione della giustizia e quindi un lieto fine. 

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