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Cronaca Jesi

Stacca un dito al poliziotto: «Sentivo le voci, mi ha mandato il re del Marocco»

Così lo straniero arrestato ieri dalla polizia, lungo la superstrada 76, ha spiegato i motivi della doppia aggressione che ha fatto finire in ospedale due agenti

JESI – Un gesto da cannibale, il morso ad una mano con la falange dell'indice staccata. E questo solo perché la polizia voleva metterlo in salvo dal pericolo di essere investito. L'uomo, 30 anni, marocchino, arrestato ieri per lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale, ha spiegato i motivi dell'insano gesto così: «Sentivo le voci e le sirene dell'esercito, sono stato mandato qui dal re del Marocco». Adesso verrà rimpatriato nel suo paese. Questa mattina al tribunale di Ancona la giudice Martina Marinageli ha convalidato l'arresto e poi è seguito subito il processo. Il marocchino, difeso dall'avvocato Giuseppe Cutrona, ha patteggiato a 10 mesi. La giudice ha dato il nullaosta per l'espulsione. L'aggressione è avvenuta ieri pomeriggio, attorno alle 17, sulla superstrada 76. Lì era arrivata una pattuglia della polizia stradale di Fabriano. Gli agenti avevano cercato di far allontanare dalla carreggiata lo straniero che per tutta risposta si è avventato su di loro. Ad uno ha dato un pugno e gli ha sputato addosso. All'altro, che cercava di tenerlo lontano dalla strada affinché non venisse investito, ha dato un morso ad una mano staccandogli quasi completamente la prima falange dell'indice. Il poliziotto è stato portato in ospedale e i medici gli hanno dovuto riattaccare il pezzo di dito. Ne avrà per 30 giorni. Ferito lievemente il collega. 
 

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