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Cronaca Falconara Marittima

Estorsione a un pentito della ‘Ndrangheta: «Paga o fai la fine di tuo padre»

A processo una coppia che avrebbe minacciato un collaboratore di giustizia finito a vivere nelle Marche. L’uomo aveva acquistato un’auto usata ritardando i pagamenti

FALCONARA - Finisce sotto protezione, per aver collaborato con la giustizia, e si ritrova minacciato da una coppia per un’auto che aveva acquistato. «Paga o ti facciamo fare la fine di tuo padre». Così un pentito della ‘Ndrangheta è finito nel mirino di moglie e marito, quest'ultimo di origine rom, che vivono in città, non per i fatti che lo hanno legato alla criminalità organizzata ma per un ritardo nei pagamenti della vettura acquistata tramite la loro intermediazione. La coppia, due 40enni, è a processo per estorsione al tribunale di Ancona dove ieri è stata sentita la vittima, in forma protetta, con un paravento in aula, per via della sua posizione di collaboratore che non deve essere identificato. A Falconara l’uomo, un 30enne, si era trasferito a vivere con la sua famiglia, moglie e figli, cambiando anche nome. Di professione idraulico aveva conosciuto i due per dei lavori che aveva svolto a casa loro. Nel 2017 aveva deciso di comprare un’auto, una Mitsubishi e moglie e marito avrebbero fatto da tramite. La vettura, usata, costava 2.500 euro.

Lui avrebbe pagato una prima parte, 1.500 euro, poi doveva saldare il resto ma non lo avrebbe fatto nei tempi stabiliti. Così la coppia di 40enni avrebbe iniziato a tamponarlo con messaggi, minacce è appostamenti sotto casa pretendendo anche più soldi di quelli dovuti. «L’uomo mi faceva venire a prendere dalla moglie quando dovevo pagare - ha dichiarato nella testimonianza di ieri - hanno minacciato me e tutta la mia famiglia». Quando è arrivato il riferimento al padre il 30enne si è allarmato perché aveva intuito forse che quei due avevano scoperto chi era. Così aveva sporto denuncia avvisando anche il servizio di protezione che in pochi mesi hanno dovuto cambiare località a lui e alla sua famiglia, portandolo via da Falconara. Ora il nucleo familiare sta in una località segreta. Gli imputati, difesi dagli avvocati Maila Catani e Davide Toccaceli, respingono le accuse. Non avrebbero fatto nessuna estorsione. Tra loro c’era una amicizia, il pentito, stando a quanto fatto emergere dalla difesa ieri, era andato anche ad un compleanno in casa dei rom, aveva fatto un regalo alla loro figlia. Le accuse sarebbero state mosse solo perché l’uomo voleva cambiare città. In aula, come testimone per la difesa, ieri è stato sentito un negoziante che avrebbe fornito materiale di lavoro al 30enne, piastrelle e colla, che non gli avrebbe mai pagato. Prossima udienza il 2 maggio.

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