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Cronaca

Spaccio ed estorsione, si faceva chiamare "il re del narcotraffico": arrestato 20enne

Gli agenti della squadra mobile di Ancona e del commissariato di Osimo hanno scoperto in casa del ragazzo circa mezzo etto di cocaina

In manette il re del narcotraffico ad Ancona. Così si faceva chiamare il ventenne di origine sudamericana arrestato ieri, martedì 15 dicembre, dagli agenti della squadra mobile di Ancona e del commissariato di Osimo, con l'accusa di estorsione aggravata e detenzione di circa mezzo etto di cocaina. Il ragazzo era già stato arrestato a giugno per detenzione di un grosso quantitativo di hashish ed era stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione, più una multa di quattromila euro. La pena era stata sospesa tanto più che il questore aveva emesso un avviso orale nei suoi confronti. A fine settembre, però, appena uscito dagli arresti domiciliari, aveva preso di mira alcuni suoi clienti estorcendo soldi che sarebbero serviti per spese legali e altre incombenze dovute alle perdite per non aver venduto la droga nei mesi precedenti. In particolare, da ottobre scorso, stava minacciando di morte due fratelli ed un terzo giovane per estorcere loro il denaro. Lo spacciatore aveva già ottenuto il pagamento di alcune somme di denaro, ma pretendeva il saldo entro il 15 dicembre, proprio nell’abitazione dei due fratelli, vittime del loro aguzzino.

Questa volta, però, ad aspettarlo nascosti in una stanza vicina a quella dove sarebbe dovuto avvenire il pagamento, c’erano due ispettori della sezione antidroga della squadra mobile dorica che, subito dopo il passaggio di denaro, hanno raggiunto la cucina ed hanno arrestato il ragazzo recuperando il denaro appena trafugato in tasca, successivamente restituito alla vittima. Gli agenti hanno poi perquisito l'abitazione del giovane e hanno scoperto mezzo etto di cocaina purissima e dell'hashish, oltre a diverso materiale utile al confezionamento e allo spaccio della droga. Tutti elementi probatori che hanno aggravato pesantemente la situazione del ventenne, giá precaria. Così per lui sono scattate le manette su disposizione della procura della repubblica presso il Tribunale di Ancona e, visti i gravi indizi di colpevolezza ed i precedenti penali a suo carico, è stato condotto nel carcere di Montacuto. 

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