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Cronaca

Suicidio in carcere, il M5S: «La nomina di un garante comunale non più procrastinabile»

A sollecitare la nomina di una figura ad hoc è Lorella Schiavoni, rappresentante del gruppo territoriale del partito. «Serve consapevolezza nella necessità di intervenire prontamente, per evitare di nuovo tragedie che scuotono l’anima di ognuno di noi»

ANCONA – Resta al centro del dibattito l’episodio accaduto nel week-end all’interno della casa circondariale di Montacuto, dove il 25enne di origine fermana Matteo Concetti si è tolto la vita ed è stato ritrovato nel bagno della sua cella. E’ Lorella Schiavoni, Rappresentante del Gruppo Territoriale del Movimento 5 Stelle di Ancona, a sottolineare l’esigenza dell’individuazione di una figura ad hoc, ovvero un “Garante dei diritti delle persone private della libertà personale”, richiesta che era stata peraltro discussa in Consiglio Comunale poco meno di un anno fa in una mozione della quale Schiavoni era stata prima firmataria.

“Tutto ciò premesso – il testo della mozione dello scorso 24 gennaio – impegna il Sindaco e la Giunta ad istituire nell’ambito del Comune di Ancona la figura del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale; a predisporre un testo di Regolamento che disciplini e delinei i compiti, funzioni, requisiti, modalità di elezione, durata in carica, causa di decadenza, dimissioni e revoca, nonché i rapporti con gli organi dell’ente; a prevedere che per lo svolgimento dei propri compiti il Garante comunale sarà assistito da un ufficio dell’Amministrazione comunale e che avrà diritto ad una indennità determinata con delibera di Giunta”.

La mozione era stata approvata all’unanimità da tutti i Consiglieri, anche quelli che attualmente governano la nostra città. «Per questo motivo oggi, a distanza di un anno – dice Schiavoni – fa male pensare che un giovane di 23 anni si sia suicidato nella Casa circondariale di Montacuto. Chissà, magari con l’avvenuta istituzione e presa funzione del Garante comunale le cose sarebbero potute andare diversamente, atteso che tra i compiti affidati in autonomia al Garante ci sono quelli di effettuare i colloqui con i detenuti, anche in isolamento, con i parenti degli stessi, di accedere e vigilare sulle condizioni di detenzione negli istituti penitenziari. Tutte quelle attività che noi al di fuori diamo per scontate, ma che, per chi è privato della libertà personale, diventano un dramma che può sfociare in sindromi psichiatriche con ricorso all’utilizzo di psicofarmaci.

Episodi di autolesionismo – prosegue – o, addirittura nelle forme più gravi, del suicidio, anche tentato, diventano ricorrenti. La cronica problematica del sovraffollamento, della carenza del personale di polizia penitenziaria nonché di funzionari psico-pedagogici va alleviata anche favorendo l’esecuzione delle pene al di fuori dell’Istituto penitenziario. Su questo l’Amministrazione comunale può e deve far tanto favorendo lo svolgimento da parte dei condannati dei lavori di pubblica utilità, di volontariato e supportandoli nel reperire un domicilio al di fuori del carcere. Per questo motivo si chiede a questa Amministrazione di predisporre al più presto il Regolamento per l’istituzione del Garante comunale, dando così prova di maturità e di consapevolezza nella necessità di intervenire prontamente per evitare di nuovo tragedie che scuotono l’anima di ognuno di noi».

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