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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Numana

Compra un locale all’asta poi iniziano le minacce: «Ti ammazzo di bastonate»

Ex proprietario a processo per violenza privata. Per tre anni avrebbe reso la vita un incubo ad un ristoratore. Danni e dispetti continui

NUMANA - Aveva partecipato ad una asta, per acquistare un immobile poi trasformato in un ristorante-pizzeria, ma l’ex proprietario gli avrebbe reso la vita difficile per tre anni al punto di non farlo godere appieno del bene. Danni e dispetti continui che ne avevano rallentato anche la ristrutturazione. Con l’accusa di minacce e molestie un 68enne di Numana è finito a processo davanti alla giudice Tiziana Fancello. Ieri si è aperto il dibattimento con la costituzione di parte civile del ristoratore, rappresentato dall’avvocato Alessandro Sorana. L’imprenditore, un 55enne della Valmusone, si era aggiudicato l’immobile nel 2018. Subito sono iniziati i danneggiamenti. Prima una siepe tagliata, poi aveva divelto i picchetti dell’area recintata. Le condotte negative sarebbero andate avanti fino al 2021 e hanno portato il ristoratore a sporgere denuncia. La vittima chiede 50mila euro di danni morali e patrimoniali perché le condotte tenuto dal 68enne avrebbero rallentato la ristrutturazione del locale e quindi anche l'avvio dell'attività lavorativa con un aggravio di spese. L'imputato è difeso dall'avvocato Marco Alessandrini e rigetta le contestazioni. Stando alle accuse però avrebbe impedito al ristoratore il pacifico godimento del bene minacciando anche gli operai e i tecnici impegnati nei lavori del locale e persino la moglie del 55enne.

A maggio del 2020, in particolare, l'imputato avrebbe fatto una telefonata di questo tenore: «Se fai il bravo bene se no uso altri sistemi perché adesso non c'è più la banca, la banca sono io, ti prendo a schiaffi, ti spacco la faccia, fai una brutta fine». E ancora altre minacce come «ti abbasso di mezzo metro, ti ammazzo di bastonate». Alludendo anche alla complicità di altre persone di cui si sarebbe avvalso per fargliela pagare gli avrebbe anche detto: «Ti facciamo il c. come un mappamondo». Prossima udienza il 26 febbraio 2024 per iniziare a sentire i primi testimoni.

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