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Cronaca

Massimiliano Biagioli travolto e ucciso in strada, il conducente dell'auto patteggia un anno

Il 37enne che lo ha investito ed ucciso ha patteggiato un anno di reclusione con la sospensione condizionale della pena

MACERATA - Falciato da un'auto, Massimiliano Biagioli era morto ad agosto dell'annno scorso sulla Statale Adriatica al confine tra Porto Recanati e Potenza Picena. Aveva solo 43 anni. Questa mattina il conducente dell'auto, un 37enne del posto, davanti al Gup Claudio Bonifazi, ha patteggiato un anno di reclusione, con la sospensione condizionale della pena: gli è stata inflitta anche la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida per tre mesi. L’imputato, assistito dall’avvocato Giovanna Maria Buriani, doveva rispondere del reato di omicidio stradale.

Il drammatico incidente si era verificato lungo la Statale 16, all’altezza del km 331, in prossimità dell’ingresso del Camping Regina. Biagioli, residente ad Ancona, quella sera stava raggiungendo a piedi la struttura per andare a trovare un amico che vi si trovava in vacanza e camminava a bordo strada quando il conducente dell'auto che procedeva in direzione nord, alla guida della sua Seat Ibiza, lo ha travolto. Il quarantatreenne è stato sbalzato sul cofano, ha urtato con violenza contro il parabrezza dell’auto, infrangendolo, ed è stato sbalzato sull’asfalto riportando lesioni fatali, in particolare un gravissimo trauma cranico e toracico: è deceduto praticamente sul colpo. Il consulente legale Andrea Polverini, dello Studio3A-Valore, cui i familiari di Biagioli si sono affidati, fa sapere che: «La morte di Massimiliano ha lasciato in un dolore immenso il papà Leopoldo e la sorella Marinella, quest’ultima presente in aula oggi, i quali sono stati supportati dal consulente legale Andrea Polverini e, per la parte strettamente penale, all’avvocato Massimo Cesca, del Foro di Macerata. Studio3A ha già chiuso da tempo la questione risarcitoria con la compagnia di assicurazione della vettura per i propri assistiti, che sono stati risarciti». La sentenza consente alla famiglia Biagioli di chiudere definitivamente il doloroso capitolo giudiziario di una ferita che per il resto, purtroppo, non si rimarginerà mai.

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