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Cronaca

Cani stipati e focolaio di brucellosi: allevamento sequestrato, 5 indagati

Dalle indagini è emerso che molti dei cani avevano contratto la malattia trasmissibile all'uomo. Cinque persone denunciate

Cani confinati in spazi angusti, senza la possibilità di muoversi adeguatamente né la necessaria areazione. Vivevano così gli 850 animali trovati in un allevamento del senigalliese, per il quale è scattato il sequestro preventivo d’urgenza disposto dalla Procura di Ancona e già convalidato dal gip Carlo Masini. Dagli accertamenti è emerso che «molti dei cani avevano contratto la “Brucella canis”- si legge in una nota stampa- zoonosi infettiva trasmissibile anche all’uomo». Cinque le persone indagate, chiamate a rispondere delle accuse di inosservanza di provvedimenti delle autorità sanitarie e detenzione di animali in condizioni di sofferenza. 

Il commento del Movimento 5 Stelle: «Gravità inaudita»

Il sequestro è scattato alcuni giorni fa quando i carabinieri forestali di Ancona, le guardie zoofile del nucleo vigilanza del Wwf e Legambiente oltre ai volontari dell’associazione Amici Animali di Osimo, si sono presentati all’allevamento autorizzato per ospitare 61 cani. Secondo quanto ricostruito, gli animali vivevano in «condizioni incompatibili con la loro natura tali da arrecare loro gravi sofferenze». La situazione peggiore è stata quella riscontrata nell’abitazione annessa alla struttura, dove sono stati trovati 270 cani. «Alcuni di questi- dicono gli investigatori- erano chiusi in trasportini accatastati l’uno sull’altro o dentro contenitori di plastica in condizioni igieniche precarie». Lo stesso allevamento, spiega la nota, aveva già subito provvedimenti restrittivi a partire dal 2018 sia nella movimentazione dei cani che nel numero di animali allevati. «Le ordinanze sono state più volte reiterate- continua il comunicato ufficiale- in particolare dal giugno 2020 a seguito dell’accertamento di un focolaio di Brucellosi (Brucella canis), malattia rilevata in maniera sporadica in Italia su singoli esemplari». Nonostante il ripetersi dei provvedimenti, le indagini hanno appurato che «il numero dei cani è passato dai circa 500 nel 2018 ai circa 700 nel novembre del 2020, fino agli 850 accertati nel sequestro di qualche giorno fa. Inoltre- conclude la nota- circa la metà dei cani presenti, risulterebbero positivi al batterio della Brucellosi canina». La procura è tuttora al lavoro per accertare le eventuali responsabilità di altri soggetti convolti nella vicenda.

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