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Cronaca

Lavori pubblici in progress, ma l'impresa pagata per intero, 7 persone coinvolte nel giro da milioni di euro

Le indagini sono state condotte dalla guardia di finanza. Quantificato un danno erariale di oltre 500mila euro

PESARO - Abuso d’ufficio, falsità ideologica, subappalto non autorizzato, tentata truffa, frode in pubbliche forniture, induzione indebita a dare o promettere utilità e corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio: è la sfilza delle ipotesi di reato individuate dai finanzieri della guardia di finanza di Pesaro che nei giorni scorsi hanno denunciato all’autorità giudiziaria tre funzionari pubblici e quattro imprenditori accusati di aver commesso illeciti e irregolarità nell’ambito di alcuni lavori pubblici. 

Irregolarità accertate

Le indagini hanno interessato l’analisi delle procedure di appalto adottate dal presidio provinciale di Pesaro-Urbino di un Ente Pubblico, nel periodo dal 2016 al 2019, partendo da presunte irregolarità rilevate su un cantiere sovvenzionato da un Comune della provincia pesarese da cui era emerso un certificato che attestava il completamento dei lavori che, in realtà, non erano ancora stati terminati. In particolare è stato accertato che le opere effettuate erano state eseguite per circa il 70%, ma di contro, risultavano pagamenti all’impresa per intero, anche a fronte di opere di cui veniva accertata l’assenza. Alla luce degli iniziali elementi di illiceità su un singolo appalto, le attenzioni dei finanzieri, sotto la direzione dell’autorità giudiziaria pesarese, si sono concentrate sui lavori di altri 5 cantieri commissionati dall’Ente Pubblico, per un valore complessivo dei lavori appaltati per oltre quattro milioni di euro. 

Danni erariali da centinaia di migliaia di euro 

Le attività investigative, eseguite mediante l’ausilio di un architetto nominato Ctu dalla locale Procura, per verificare lo stato effettivo dei lavori strutturali, non visibili né verificabili a occhio nudo, hanno consentito ai militari operanti di individuare ed accertare le diverse ipotesi di reato di abuso d’ufficio, falsità ideologica, subappalto non autorizzato, tentata truffa, frode in pubbliche forniture, induzione indebita a dare o promettere utilità e corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio. A seguito di apposito nulla osta concesso dall’autorità giudiziaria è stata inoltrata la segnalazione alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Ancona per la quantificazione di un danno erariale di circa 518mila euro. 

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