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Cronaca

EDITORIALE Ancona e provincia meritano rispetto e sicurezza dopo tagli e declassamenti imposti dal Governo. E' ora di far sentire la nostra voce

In pochi anni abbiamo perso oltre 100 agenti di polizia, in provincia i commissariati fanno i salti mortali per coprire i turni. Ma Ancona è una città che pesa di più dei suoi 100mila abitanti: porto, aeroporto, turismo e fenomeni criminali in aumento. Ora serve l'unità dei sindaci, dei parlamentari e del Presidente Acquaroli per invertire la rotta. Il resto sono solo chiacchiere...

Nicola Bossi è il nuovo direttore, dal primo aprile, di Anconatoday.it dopo la nomina dei vertici del gruppo Citynews che conta oltre 50 testate online in tutta Italia ed il primo gruppo per visite a livello nazionale secondo la classifica comscore. Bossi, 45 anni, si divide da sempre tra l'Umbria e le Marche, e attualmente dirige anche le testate di Perugiatoday.it e Ternitoday.it. Da sempre fautore di un giornalismo liberale che si schiera sui fatti, sui progetti cittadini e non su partiti e ideologie varie. Nettamente contrario al giornalismo che preferisce insegnare, educare e magari imporre un pensiero al cittadino. Crede in una informazione che ama raccontare il bello e il brutto del proprio tempo, senza mai censure. Ha sostituito il collega Fabio Campanella, che ha assunto nuovi incarichi nel suo territorio di riferimento l'Emilia-Romagna. 

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Ancona è la sua provincia meritano non solo rispetto - come territori di questo Paese - ma hanno il diritto di poter contare su un numero di uomini, donne e mezzi delle forze dell'ordine in grado di poter garantire un ordine pubblico basato soprattutto sulla prevenzione dei reati piuttosto che solo sulla repressione postuma degli autori dei reati. Ad oggi questo rispetto e questo diritto alla sicurezza sono in forte ribasso e non colpa delle "nostre divise". La riorganizzazione delle Questure datata 2018, con quella di Ancona passata in serie C (usando un vecchio termine calcistico), è stato un colpo doloroso e ingiustificato da parte del Governo sempre più orientato alle grandi città del Sud e del Nord, sempre meno presente in questo Centro Italia che produce lavoro e cultura ma è da tempo dimenticato.

Eh sì ingiustificato perche Ancona non solo è un capoluogo di una Regione importante e cruciale per il destino del Paese, ma è una città che pesa molto di più dei suoi oltre 100mila abitanti ed ha una provincia viva e in crescita di oltre 400mila. Ancona pesa di più e merita rispetto perchè gestisce un flusso di turisti nel periodo estivo tra più importanti del Centro Italia. E depotenziare la Questura vuol dire depontenziare a cascata sia i commissariati sul territorio che in estate vedono il lavoro triplicato. Ma Ancona vuol dire anche tutto quel mondo, nel bene e nel male, che ruota intorno al Porto dove circolano merci e passeggeri. Senza dimenticare la centralità di un aeroporto che, fatta eccezione per questi due anni di pandemia, ha chiuso l'anno 2019 con 489.435 a passeggeri, ovvero più 8,4% rispetto all'anno prima.

Un dato che rappresenta un incremento sopra la media del mercato aeroportuale italiano. Ancona è alle prese con due fenomeni molto preoccupanti: il crescere di baby gang che vanno ben oltre il classico bullismo e un mercato della droga in continua crescita con tanto di clan a caccia di supremazia sulle piazze dello spaccio oltre che ad un riciclaggio strisciante di soldi sporchi. Il problema sicurezza c'è ed è reale. Non è una semplice percezione del cittadino alimentato da campagne di odio e di paura magari da certa politica. Eppure i dati parlano di un calo dei reati, qualcuno dei lettori potrebbe obbiettare. Siete sicuri? Le statistiche non tengono conto dei tentati furti o tentati reati - che comunque colpiscono lo stesso il cittadino - e non è un mistero che spesso si evita persino la denuncia diretta alle forze dell'ordine un po' per via di una certa sfiducia, figlia anche del declassamento e delle scarse risorse investite sul personale. La coperta della sicurezza, o della percezione della sicurezza, è corta e non può essere allungata più di tanto chiedendo alle Polizie Municipali di trasformarsi in qualcosa di altro rispetto alla loro natura o continuando a formare comitati di cittadini come sentinelle sul territorio. L'ordine pubblico spetta alle forze di polizia e allo Stato, punto e basta.

Ancona e provincia hanno perso 115 unità di polizia (dalla Stradale passando per la Questura fino ad arrivare ai commissariati) e la Squadra Mobile - reparto fondamentale per la sicurezza cittadina - è costretta a fare miracoli con il poco personale a disposizione sceso, si parla, di un 20 per cento. I sindacati denunciano da tempo che il personale in carica fa miracoli ma è stremato e l'età media è anche alta per chi si trova a fare il lavoro duro sulla strada. Questa è la realtà. Tutto il resto è fumo. Ma a questo punto cosa si può fare? Le strade sono due: accettare come al solito l'ennesimo declassamento di una regione motore del Centro Italia oppure sbattere i pugni  sui tavoli del Governo. E questo lo possono fare i sindaci - a partire da Ancona - ma soprattutto i nostri deputati e il Presidente Acquaroli.

Sbattere i pugni per avere maggiori mezzi e uomini da recuperare in scorte assurde o impegnati in ruoli di controllo di uffici del governo che possono essere benissimo super-visionati da strutture private. Oltre a nuove assunzioni. Sbattere i pugni per ottenere almeno di invertire la rotta. E i nostri parlamentari? Bene o male stanno tutti al governo - dalla Lega al Pd e ai 5 Stelle - fatta eccezione per quelli di Fratelli d'Italia. Bene o male conoscono sottosegretari e ministri. Bene o male stanno a Roma e devono incidere. Fino ad oggi solo ipocrisia: qualche comunicato di denuncia, qualche bel comizio elettorale. Ma fatti zero. Sono politici che rappresentano il territorio o sono dei caporali di partito?  Occhio che i cittadini giudicano e poi votano...e noi faremo la nostra parte, non avendo nessun potere, nessun clan d'assecondare. 
 

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