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Cronaca

«Fucilato per aver sottratto delle patate», le Marche e l'olocausto: i vagoni dell'orrore

Inaugurata la settimana che porterà al giorno della memoria. Le iniziative e le storie alla stazione ferroviaria

ANCONA - Dall’esterno sono due vecchi carri merci fermi al binario 1 ovest, dentro però ci sono storie e responsabilità. Le storie sono quelle dei marchigiani e non solo che hanno subìto le deportazioni, la responsabilità è quella di non permettere la ripetizione di un olocausto né il verificarsi di qualcosa di assimilabile. E’ per questo che all’inaugurazione della settimana della memoria c’erano le istituzioni civili e militari, ma anche e soprattutto gli studenti del liceo scientifico di Senigallia. «Credo che ancor non si siano capite del tutto le cause di ciò che è veramente successo dal 1938 al ’45 ed è per questo che bisogna ricordare e studiare- ha detto la presidente della comunità ebraica di Ancona, Manuela Russi- specialmente per i giovani, visto che i testimoni diretti ovviamente stanno mancando sempre più di frequente». Le iniziative organizzate dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia si sono aperte con le mostre fotografiche proprio all’interno dei vagoni e con il concerto, nell’area della ex banca dello scalo ferroviario, del Trio Agontano. Le gag di due attori dell’Accademia 56, Fabio Ambrosini e Gianluca Budini, hanno fatto riflettere con un sorriso, poi hanno lasciato il posto al taglio del nastro della doppia esposizione. «Tutto questo è uno strumento per interpretare il presente- ha detto il presidente della Regione Luca Ceriscioli- bisogna fare in modo che questo esercizio di memoria parli all’uomo di oggi e ponga gli interrogativi importanti, su tutti il tipo di mondo che si vuole costruire». Nei vagoni è possibile visionare ritagli dei giornali d'epoca, foto, pagelle di studenti ebrei, scritti di Benedetto Croce e di persone deportate oltre a proiezioni sulle leggi razziali.

I deportati marchigiani

Il presidente dell’A.N.P.I. Marche, Lorenzo Marconi ha raccontato la storia delle deportazioni marchigiane: «Da questa regione sono partiti circa 80 deportati, molti fortunatamente furono nascosti durante i rastrellamenti tedeschi grazie a un’azione di tutela. I viaggi erano molto lunghi, non c’erano beni alimentari o modi per espletare i bisogni fisiologici. Condizioni decisamente disumane». Ma dove andavano i treni? Quelli che partivano dalle Marche andavano soprattutto al campo di Fossoli, nei pressi di Carpi, usato prima come campo di prigionia militare poi come vera e propria anticamera per i lager nazisti. «Da Ancona le persone venivano mandate in esilio, i detenuti anconetani venivano instradati a Fossoli dove abbiamo avuto delle grandi perdite come il comandante della V Brigata Garibaldi Gino Tommasi – ha detto il presidente A.N.P.I Ancona, Tamara Ferretti- abbiamo avuto molti morti tra i militari che si sono rifiutati di aderire alla Repubblica Sociale, uno di questi era Dante Sturbini che venne fucilato solo per aver sottratto delle patate». 

 

Giornata della memoria 2020

 

«Senza la memoria ecco le aberrazioni»

«Nel difetto di memoria questa società produce delle aberrazioni terribili – ha commentato il presidente ANCI Marche, Maurizio Mangialardi-, abbiamo dovuto mettere la scorta a Liliana Segre, una bambina che ha tatuato sul braccio dei numeri, per proteggerla. Tutti i negazionisti, chi crede che il fascismo non fosse protagonista dello sterminio e pensa di riproporlo con modalità diverse ha bisogno di giornate come queste. Dovremmo portare obbligatoriamente gli studenti ogni anno ad Aushwitz, Birkenau o Dachau». A rappresentare il Comune di Ancona c’era il presidente del consiglio comunale Susanna Dini insieme agli assessori Tiziana Borini e Stefano Foresi: «Con Tamara Ferretti andremo anche quest’anno a Ostra, insieme agli studenti delle scuole Maggini, per ricordare lo stesso Maggini e altre persone che vennero fucilati. I ragazzi andranno là preparati dagli insegnanti e dall’ANPI su quello che è stato l’eccidio- ha detto Foresi- non dobbiamo dimenticare quello che è successo in un periodo particolare come quello che stiamo passando». 
 

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