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Cronaca

Un magistrato tra i soci, annullate le condanne per le case fantasma di Pietralacroce. Processo da rifare

Ribaltone sul caso Coop Casa Marche, la cooperativa doveva realizzare cento appartamenti poi è fallita. Il caso andrà a L’Aquila

ANCONA - Processo da rifare per il caso Coop Casa Marche, la cooperativa di costruzioni finita in liquidazione coatta e che doveva realizzare cento appartamenti nell'ambito di un piano di edilizia economica popolare, a Pietralacroce. La Corte di Appello di Ancona ha annulla la sentenza di condanna di primo grado per le residenze fantasma costate i risparmi di una vita a chi ci aveva investito trovandosi una casa che non è stata mai finita. Per quel fallimento erano arrivate tre condanne ad aprile del 2021, emesse dal collegio penale presieduto dalla giudice Francesca Grassi, ed una assoluzione. L'annullamento della sentenza risale a martedì ed è relativo ad un «difetto di competenza funzionale -riporta il dispositivo firmato dal presidente Giovanni Trerè - dichiarando la competenza del tribunale dell'Aquila e disponendo la trasmissione degli atti alla Procura dell'Aquila». Tutto da rifare anche se le prove acquisite davanti ai giudici restano valide. Ora si teme il rischio prescrizione. Il ricorso in Appello è stato fatto dalla difesa dei tre imputati condannati, rappresentati dall'avvocato Riccardo Leonardi, che ha sollevato l'incompetenza funzionale per il tribunale di primo grado perché un magistrato del tribunale di Ancona configurava come socio della cooperativa.

L’eccezione era stata presentata anche durante il processo di primo grado ma il collegio l’aveva respinta dopo aver verificato che effettivamente il magistrato aveva mantenuto la veste di socio della cooperativa fino all'apertura della liquidazione coatta di Coop Casa Marche (il fallimento), ma presupponendo fosse infondata perché eccepita tardivamente, solo a dibattimento e perché il magistrato non avrebbe avanzato alcuna richiesta risarcitoria nei confronti della procedura fallimentare. «Per l'effetto il procedimento dovrà iniziare nuovamente dalla fase delle indagini preliminari - spiega l'avvocato Leonardi - poiché il fascicolo andrà trasmesso alla Procura della Repubblica dell'Aquila che dovrà procedere a nuova iscrizione nel registro degli indagati, decidendo poi se e quali contestazioni muovere ai soggetti che verranno indagati».

In primo grado erano stati condannati gli ex vertici della cooperativa, finiti a processo per truffa e bancarotta: Maurizio Pesaresi (ex presidente, 4 anni e 2 mesi), Paolo Naponelli (ex consigliere di amministrazione, 3 anni e 8 mesi e Ulisse Melappioni (legale rappresentante della Habita service sne e referente Coop Casa Marche, 1 anno e 6 mesi solo per truffa). Le indagini erano scattate a fine novembre 2015, dopo l'esposto di uno dei proprietari, Cristiano Gambelli, parte civile con l'avvocato Andrea Marini. «Questa sentenza - dice Marini - come ogni provvedimento non definitivo non si commenta ma s'impugna. Prenderò lettura delle motivazioni e valuterò il da farsi con il mio assistito». Scontato un ricorso in Cassazione.

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