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Cronaca

Arretramento della ferrovia adriatica, «Quattro versioni diverse, la poca chiarezza è preoccupante»

Il sindaco Mancinelli risponde all'interrogazione urgente di Berardinelli e Andreoli

ANCONA - Arretramento della ferrovia adriatica: il tema è caldo e questa mattina in consiglio comunale si è tornato a discutere dell’argomento con toni anche piuttosto accesi. Nell’ambito delle interrogazioni urgenti i consiglieri comunali Daniele Berardinelli (Forza Italia) e Antonella Andreoli (Lega) hanno domandanto quale fosse la posizione del sindaco Valeria Mancinelli sul tema, in quanto amministratore del capoluogo e presidente di Anci regionale. «Sull’ipotesi dell'arretramento della linea ferroviaria adriatica manca chiarezza – ha detto la prima cittadina - e questo ci preoccupa. Siamo contrari agli approcci superficiali e approssimativi perché sono inutili, e anzi pericolosi. Sono in campo almeno quattro ipotesi, una diversa dall'altra: la costruzione di una nuova linea lontano dalla costa e lo smantellamento di quella esistente; il mantenimento della linea esistente per il traffico “locale” e il raddoppio con la costruzione di un'altra linea all'interno dedicata al traffico merci; la costruzione di una linea all'interno solo per le merci; la costruzione di un tracciato interno, che però non si capisce se debba essere parallelo all'autostrada oppure no. Dunque, il tracciato attuale sarà mantenuto o no? Si procederà con singoli step, a partire dagli interventi già finanziati oppure no? Il presidente Acquaroli dice una cosa, il professor Baldassari un'altra e Confindustria con Bocchini un'altra ancora. I Comuni di mezza regione sono in rivolta».

Mancinelli specifica: «All'ennesimo blocco di tutto, al ricominciare tutto daccapo, all'ennesima palude, siamo ferocemente contrari. E se il dibattito confuso alzato sull'arretramento a questo portasse come risultato sarebbe un danno enorme per le Marche e per la città. Oggi c'è un progetto coordinato Ferrovie-Anas, che prevede lo spostamento a mare della linea ferroviaria tra Torrette e la stazione di Anona, l'utilizzo dell'area così liberata per allargare la Flaminia verso mare e dell'area verso monte per il collegamento tra porto e autostrada, cioè per quell'opera che si attende da 30 anni. Per questo intervento ci sono i progetti definitivi approvati, totalmente finanziati con soldi dello Stato. I lavori possono essere appaltati nel 2023. Il progetto consentirà a merci e persone di arrivare e uscire più facilmente e più velocemente dal porto. Sarà una infrastruttura essenziale per lo sviluppo del porto ma anche per la manifattura marchigiana e del centro Italia e libererà Torrette e i quartieri a Nord di Ancona dal traffico pesante. Le opere di protezione a mare risolveranno l'annoso problema dell'insabbiamento di marina Dorica. Un tratto di costa sarà rinaturalizzato e i cittadini potranno fruirne. L'intervento consoliderà anche il piede della frana.Tutto questo deve fermarsi? Vogliamo parole chiare, parole chiarissime, innanzitutto dal governo regionale, ma anche da Confindustria Ancona, visto che si sta sostituendo alla Regione, e da Confindustria Marche. Noi ci opporremo con tutte le nostre forze a questa ipotesi: non permetteremo che si consumi sulla pelle della città, del porto e dell'economia regionale l'ennesimo gioco dell'oca, con il ritorno alla casella iniziale, come successe trent'anni fa con l'asse attrezzato. Attendiamo risposte chiare e ci prepariamo a impedire tutto questo. Per il resto siamo pronti a discutere. Seriamente però».

A questo punto Berardinelli ha replicato al sindaco: «Intanto lei è stata invitata a partecipare dagli altri sindaci ad un incontro in Regione per interloquire e non si è presentata. Credo ci sia un livello di cialtronaggine preoccupante per la comunità. Cominciamo a fare un po’ di chiarezza. Dopo decenni di progetti naufragati si sta facendo qualcosa di concreto per Ancona. Immagino che anche adesso si possa iniziare con la sua presenza a parlare seriamente di arretramento della ferrovia e non una "schifezza" di lungomare che non c’era niente con questo progetto infrastrutturale di rilancio che può durare centinaia di anni».

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