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Cronaca Jesi

Caterpillar, in mille al corteo di protesta: «Con 10 parole ci hanno tolto la dignità»

La manifestazione è stata organizzata dalle sigle sindacali Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, in collaborazione con l'amministrazione comunale di Jesi. In mille hanno sfilato per le vie del centro storico. I lavoratori: «Ci è crollato il mondo addosso»

JESI - «Non è una vertenza solo nostra ma di tutto il territorio. Il 10 dicembre sono bastati pochi secondi e dieci parole perchè ci crollasse il mondo addosso. Ci hanno tolto tutto, la quotidianità, la spensieratezza ed il piacere di tornare a casa e stare con la nostra famiglia in serenità». Un corteo di circa 1000 persone, tra lavoratori, cittadini e rappresentanti sindacali, ha marciato nel pomeriggio di oggi tra le vie del centro storico. Alla testa uno striscione con scritto #senzatregua. Circa due settimane fa l'annuncio della multinazionale statunitense di chiudere lo stabilimento Caterpillar di Jesi e di licenziare i 270 dipendenti, tra diretti ed interinali. La manifestazione, organizzata in sinergia tra le sigle sindacali Fim Cisl, Uilm Uil e Fiom Cgil ed il Comune di Jesi, ha visto tra i partecipanti tanti rappresentanti delle istituzioni. Al corteo presenti tra gli altri il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi e la deputata ed ex presidente della Camera Laura Boldrini (Pd). Bandiere, cori, testimonianze e messaggi di speranza si sono alternati da Porta Valle fino a piazza Federico II, dove il corteo si è fermato ed ha raccolto il supporto e la forza di un'intera comunità. Sul palco, allestito a pochi metri dal duomo, i lavoratori hanno raccontato di quel 10 dicembre maledetto, quando senza nessun sentore e preavviso, l'azienda ha annunciato l'avvio della procedura di licenziamento.

La marcia dei lavoratori | VIDEO

«Vedere la risposta della città ci riempe di forza, anche se non è un giorno festoso, è un giorno che tutti non noi avremmo mai voluto vivere - ha detto il segretario nazionale Fiom-Cgil Michele De Palma - Ringrazio tutti per la presenza, vedo donne e bambini tra di voi. Il dono più grande che può fare questa città è non lasciare soli i lavoratori, visto che i giorni più difficili sono quelli che arriveranno. E' certo però che noi faremo tutto ciò che è in nostro potere per riaprire i cancelli dell'azienda». Poi la richiesta al premier Mario Draghi: «Il presidente del consiglio chiami la multinazionale al tavolo del Mise». Dopo di lui ha parlato, tra qualche fischio dei presenti, anche il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli: «Anche noi siamo stati colpiti da questa comunicazione inconcepibile, grave e inaccettabile. Abbiamo scritto al presidente Fico e Casellati per informarli di quanto sta succedendo qua a Jesi. Una crisi inaccettabile per tanti motivi: se si accetta che una proprietà che fa utile, unilateralmente e senza tipo di confronto, possa decidere di chiudere lo stabilimento e portare quel lavoro, altrove significa che è finita la concezione di Repubblica da come è sancita nella Costituzione. Non deve diventare un precedente e tutto questo va assolutamente fermato».

L'intervento del presidente della Regione Marche Acquaroli | VIDEO

Sulla stessa lunghezza d'onda il capogruppo regionale del Pd Mangialardi: «Siamo qui per dire che l’annuncio della chiusura del sito produttivo della Caterpillar di Jesi è inaccettabile sotto ogni punto di vista. Nel merito, perché affossare un'azienda che lavora a pieno regime, con tanto di richiesta di straordinari, bilanci in attivo e senza alcuna difficoltà di natura finanziaria, significa speculare sulla pelle dei lavoratori e del territorio. Ma anche nella forma, perché mai avevamo visto tanto disprezzo da parte di un amministratore delegato che prima si presenta ai sindacati con le guardie del corpo, e poi, lontano dai lavoratori, negli incontri nelle sedi istituzionali chiude sprezzantemente la porta in faccia ai rappresentanti del territorio sulla possibilità di concedere più tempo affinché si possa trovare una soluzione che salvaguardi il posto di lavoro di centinaia di persone». 

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