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Cronaca

Carrefour, il dramma di Leonardo e Roberta: «Con 3 figli saremo entrambi disoccupati»

La chiusura annunciata del Carrefour dell'Aspio apre scenari preoccupanti per Leonardo e Roberta. Lavorano insieme nello stesso punto vendita e il 31 marzo si troveranno entrambi senza lavoro

Tra gli 89 lavoratori del Carrefour di Camerano a cui è stata comunicata l’imminente chiusura dell’attività c’è anche Leonardo. Ha chiesto l’omissione del cognome, il suo è un dramma nel dramma. Ha 48 anni e nel punto vendita dell’Aspio ci lavora insieme a sua moglie Roberta, che di anni ne ha 52. Entrambi, salvo improvvisi e improbabili ripensamenti dell’azienda francese, si troveranno senza lavoro a partire dal prossimo 31 marzo. E’ il dramma economico di un’intera famiglia, perché Leonardo e Roberta hanno tre figli di 8, 10 e 12 anni. Davanti a loro c’è un mercato del lavoro che, soprattutto in piena pandemia, offre meno che mai. 

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Leonardo ha la voce rotta dal mix di rabbia e tristezza ed è evidente che trattiene le lacrime: «Io lavoro al Carrefour da 18 anni insieme a mia moglie e questa situazione ci mette in forte disagio soprattutto da un punto di vista economico- racconta il dipendente- abbiamo tre figli a cui pensare e in questo periodo di pandemia trovare un altro posto di lavoro è difficile». Insieme ai colleghi, davanti a Palazzo Raffaello, aspetta l’esito dell’incontro tra i sindacati e la Regione Marche. Speranza tanta, illusioni vicine allo zero: «Io non so’ cosa tireranno fuori da quel tavolo, perché l’azienda sembra aver già deciso sotto ogni punto di vista. L’unica cosa che spero è di avere più tempo per trovare un altro lavoro finché abbiamo un po’ di stipendio. Meglio la cassa integrazione che essere licenziati in tronco». Il pensiero va ai 9 giorni passati. Che l’ipermercato avrebbe chiuso i battenti, i dipendenti lo hanno infatti saputo solo la mattina del 1 marzo scorso. Da allora per i lavoratori è partita la corsa contro il tempo per la ricostruzione del proprio futuro: «Sono stati giorni difficili, dopo tanto lavoro e sacrifici è come se non avessimo fatto nulla- dice Leonardo- non ci spieghiamo come possa essere successo tutto questo e il non essere in grado di darci una risposta è la cosa più snervante. Chiediamo tutti solo un altro posto che possa aprirci una nuova strada e darci una serenità». L’ipotesi della mobilità non è per tutti: «Certo, si può andare altrove perché l’azienda ha altre sedi in Italia, ma nelle Marche non c’è un altro punto vendita Carrefour. Ho figli non tanto piccoli, ma neppure tanto grandi, e non me la sento di sradicarli dalla loro vita e dalle loro amicizie. La situazione sarebbe difficile anche se scegliessimo di dividerci come nucleo familiare e lavorare in posti diversi, ecco perché la mia sfida ora è cercare qualcosa qui vicino, al massimo a 80 chilometri, un’ora di macchina. Non certo a 200 km con un'altra casa da prendere e altre spese da affrontare».  
 

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