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Cronaca Centro storico / Piazza Roma

Pestato e rapinato in piazza Roma: il baby bullo finisce in carcere

Si tratta di uno degli episodi denunciati da mamma coraggio, Patrizia Guerra. A settembre, vicino ai bagni pubblici di piazza Roma, il figlio aveva subito una rapina e l'aggressione

Uno dei baby bulli, accusato di aver rapinato in piazza Roma il figlio di Patrizia Guerra, finisce dietro le sbarre di un carcere minorile. I carabinieri di Ancona-Centro hanno eseguito, su delega della Procura per i Minorenni, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip il 9 febbraio. Secondo gli investigatori il minore indagato, 17enne residente nel capoluogo dorico, sarebbe uno dei ragazzini ad aver rapinato vicino ai bagni di piazza Roma il loro coetaneo. Con lui c'era anche un altro minorenne. Dopo aver avvicinato la vittima che si trovava all'interno dei bagni, il giovanissimo aggressore lo ha afferrato per il collo, spintonato e colpito con una ginocchiata. A quel punto, una volta stordita la loro vittima, ha preso lo zaino e rubato il portafoglio e il denaro. Solo grazie all’intervento di alcuni amici la vittima 17enne è riuscita a recuperare lo zaino vuoto.

In seguito alla denuncia fatta dai genitori del ragazzo aggredito erano scattate immediatamente le indagini dei militari. L’autorità giudiziaria minorile ha concentrato la propria attenzione investigativa sulla visione delle immagini di sorveglianza della zona e sull'ascolto delle descrizioni fornite dai testimoni diretti al momento della rapina. Così, al termine delle indagini, il giovane è stato identificato. La procura nei suoi confronti ha valutato i gravi indizi di colpevolezza e l’estrema gravità delle azioni messe in atto. Vista «l’elevata capacità a delinquere ed esistendo un concreto pericolo di reiterazione a causa del considerevole numero di reati, molti dei quali di particolare gravità, in un arco temporale piuttosto breve, a dimostrazione di una personalità fortemente deviata e caratterizzata da un’elevata pericolosità sociale, considerava la misura restrittiva in carcere l’unica idonea a fronteggiare esigenze cautelari ravvisate».

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