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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

La Giustizia su appuntamento non piace agli avvocati, Miranda: «Risultato negativo»

La sintesi la fa Maurizio Miranda, Presidente dell’Ordine degli Avvocati a nome degli oltre 1500 colleghi del foro di Ancona

ANCONA – A cinque giorni dall’introduzione del sistema di prenotazione degli accessi presso le Cancellerie degli Uffici Giudiziari si possono evidenziare gli aspetti positivi e negativi di tale sistema. La sintesi la fa Maurizio Miranda, Presidente dell’Ordine degli Avvocati a nome degli oltre 1500 colleghi del foro di Ancona.

«Prendiamo atto della disponibilità ad una modifica del sistema da parte del Presidente Spinosa e a verificare l’effettiva portata di tale disponibilità - dice – ma anticipo che l’Avvocatura non essendo stata coinvolta nel decidere il funzionamento e le modalità dell’accesso su appuntamento, è pronta a porre in essere le più incisive forme di protesta laddove necessario«. Le considerazioni nascono quindi dall’aver destinato alcuni giorni a valutare un provvedimento accolto con freddezza dagli avvocati. «Abbiamo atteso qualche giorno dall’entrata in vigore delle nuove modalità di accesso agli Uffici prima di esprimere le criticità, proprio in ragione della necessità di valutare in concreto la funzionalità e l’idoneità del sistema introdotto sia a garantire le misure di sicurezza dovute alla situazione Covid-19 sia a rappresentare un’effettiva innovazione tecnologica nel pianeta giustizia». «Purtroppo – insiste Miranda - la prima analisi non è positiva. Lo scaglionamento degli accessi in Cancelleria ad intervalli di 15 minuti comporta che ciascuno sportello evade solo 16 richieste per ogni giornata lavorativa. Si tratta di un numero irrisorio, tenuto conto delle dimensioni degli Uffici Giudiziari di un capoluogo di regione che non trova giustificazione neanche nella carenza di personale che l’Ordine da tempo segnala».

Nell’ambito del processo penale la situazione è oltremodo grave. «L’accesso alle cancellerie del Tribunale che è necessario per lo svolgimento dell’attività difensiva è talmente dilatato nel tempo che sono necessari ben sei giorni per ottenere la visione di un fascicolo. Alla data di oggi giovedì 8 ottobre, il primo ‘appuntamento’ disponibile è per mercoledì prossimo« - spiega il Presidente dell’Ordine. Il sistema di accesso su appuntamento non appare funzionale neanche per assolvere alle finalità di prevenzione sanitaria per le quali dovrebbe essere stato istituito. «Introdurre un sistema ‘eliminacode’ quando nello stesso palazzo si celebrano processi penali che vedono presenti oltre trenta persone in un’aula di modeste dimensioni, è incoerente se l’obiettivo è garantire il rispetto delle distanze minime prescritte per evitare il contagio«. «Peraltro – insiste l’avv. Miranda - l’accesso alle cancellerie avviene già in sicurezza in quanto tutti gli avvocati utilizzano i dispositivi di protezione, all’interno del palazzo sono presenti le postazioni per igienizzare le mani, e tutti gli sportelli sono muniti di schermi in plexiglass».

Perplessità anche sulla garanzia per le urgenze. «Constatiamo che tale garanzia non è oggetto di alcun documento o ordine di servizio ed è pertanto rimessa alla discrezione degli operatori che non sempre coincide con le esigenze di difesa«. L’analogo sistema adottato dalla Corte di Appello non è esente da critiche: per la visione di un fascicolo sono necessari cinque giorni e in nessun ufficio giudiziario è possibile prenotare un accesso per la mattinata del sabato«. In sintesi l’Ordine degli Avvocati chiede di rivedere l’attuale sistema che sta creando disagi e disservizi rispetto ai vantaggi ipotizzati ed alla base della sua introduzione. Le criticità riscontrate colpiscono l’Avvocato nello svolgimento dell’attività professionale ma si traducono in una compressione e lesione del diritto di difesa che riguarda tutti i cittadini. Confidiamo dunque nella disponibilità ad accogliere le nostre istanze che riteniamo più che legittime restando a disposizione per un confronto nel quale si condividano le soluzioni ritenendo inaccettabile dover ricevere comunicazione di decisione già prese».

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