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Cronaca

Scoperte tre bische clandestine: 73 arresti, in manette anche cittadini anconetani

All'apparenza erano rispettabili circoli culturali e ricreativi, ma dietro il sistema di doppie porte blindate e di guardie all'ingresso circolavano cifre da capogiro sui tavoli di "Trente et quarante" e "Texas Hold'Em"

All’apparenza erano innocui circoli culturali e ricreativi, ma dietro il sistema di doppie porte blindate e di guardie all’ingresso (energumeni in grado di scoraggiare qualsiasi curioso) si nascondevano  in realtà delle bische clandestine capaci di ospitare più di 50 giocatori alla volta. Tre i locali scoperti a Civitanova, Porto Sant’Elpidio e Fermo. L’operazione “Igrok” (dal titolo originale in lingua russa del libro “Il Giocatore” di Dostoevskij), condotta dalla Squadra Mobile di Ancona diretta dal Dottor Giorgio di Munno, ha portato all’arresto di 73 persone – soprese al tavolo verde durante il blitz – e ad identificarne più di 150. Ma, cosa anche più importante, nella rete della Mobile di Ancona sono finiti anche i 18 organizzatori del sistema di bische: sei sono gli intestatari dei “circoli”, persone incensurate che dovevano fornire una facciata di rispettabilità ai locali, mentre 12 sono i gestori effettivi dei casinò clandestini, ben conosciuti alle forze dell’ordine e capaci di “vantare” curricula criminali con precedenti specifici (e non solo). La maggior parte delle persone arrestate e identificate sono marchigiane (provenienti da tutte le province della regione, fra cui anche alcuni cittadini di Ancona) ma non mancano pugliesi, siciliani e romani. I capi d'accusa sono di gioco d'azzardo e organizzazione e promozione del gioco d'azzardo.

“TRENTE ET QUARANTE” E TEXAS HOLD’EM. Nelle bische si giocava a un po’ di tutto, ma in modo particolare i frequentatori scommettevano forti somme di denaro a “Trente et quarante” – un gioco simile al Black Jack, il cui scopo però è avvicinarsi il più possibile al punteggio di 31 – e a Texas Hold’Em, la versione texana del poker resa ormai celeberrima da numerosi programmi televisivi. Vari i profili dei giocatori identificati: dall’imprenditore all’operaio, passando per l’ex industriale in difficoltà che sperava di svoltare grazie al gioco d’azzardo.

SEGUIRE I SOLDI. Al momento dell’irruzione degli agenti sui tavoli verdi c’erano circa 30mila euro in contanti e 18 assegni di importo variabile (tra i 1.500 e i 4mila euro). Gli agenti hanno anche sequestrato i documenti contabili (naturalmente ufficiosi) nei quali l’organizzazione teneva il conto dei soldi che circolavano nelle bische, importi di tutto rispetto, tra i 150 ei 200mila euro in un mese (ma si tratta di cifre approssimative).
Naturalmente le indagini della Polizia proseguiranno per sezionare accuratamente il flusso del denaro ed accertare l’eventuale esistenza di fenomeni di usura ed estorsione legati a queste realtà del gioco illecito.

Le indagini sono durate un mese, hanno visto impiegati circa 100 agenti e sono state condotte dalla Squadra Mobile di Ancona, da quella di Macerata e Ascoli Piceno, dai Commissariati di Civitanova Marche e Fermo e coordinate dalla Procura della Repubblica di Macerata e di Fermo.

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