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Cronaca

Ancona si scopre più povera: aumentano gli accessi ai servizi di assistenza. E cresce l’emergenza richiedenti asilo

All’incremento del flusso dei richiedenti protezione si aggiunge anche un triste primato: quello dell’impoverimento delle famiglie in difficoltà. Molti i cittadini italiani che chiedono un pasto caldo alla Caritas

ANCONA - Il momento storico è di certo tra i più problematici degli ultimi anni. Alle guerre sparse nel mondo che determinano flussi migratori costanti da parte di richiedenti asilo va a sommarsi il periodo di crisi che sta investendo il Paese. Il risultato è un sensibile incremento di persone in difficoltà che chiedono aiuto e assistenza nelle strutture apposite. Ma ad Ancona il livello di riempimento nelle strutture di accoglienza è già oltre il limite. Un problema, per quanto riguarda i richiedenti protezione, già evidenziato dal Prefetto Darco Pellos che aveva anche lanciato un appello ai privati di mettere a disposizione appartamenti e strutture da convenzionare. Criticità identica per quanto riguarda i senza fissa dimora che faticano a trovare una sistemazione negli alloggi comunali sold out. E nelle strutture come la Tenda Di Abramo c’è un altra complicazione: «le norme di prevenzione anticovid non permettono il riempimento dei posti letto al 100% - spiega il responsabile, Stefano Ancona - dunque c’è una lista di attesa che si sta allungando». Al momento sarebbero circa una 40ina le persone che starebbero aspettando che si liberino i posti. 

Le richieste 

Nel ranking delle categorie più fragili che bussano alla porta dei servizi di assistenza sono i richiedenti asilo quelli più numerosi. «Sul territorio ci sono decine di pakistani che richiedono protezione internazionale - continua il responsabile de La Tenda di Abramo -, a cui si aggiunge chi ha appena subito uno sfrattato, e poi le persone con alle spalle di vita di strada costrette a girare per i centri di accoglienza». Un termometro della situazione è ben rappresentato anche dall’affluenza ai tanti servizi della Caritas: «percepiamo un aumento di passaggi all’interno dei nostri servizi come gli empori della solidarietà dove diamo accesso alle famiglie che vengono a fare la spesa gratuitamente - spiega il direttore Simone Braccia -, o all’emporio del vestiario dove assistiamo famiglie che vengono a prendere i vestiti dopo essere passate attraverso alla selezione del centro d’ascolto». Un incremento è stato rilevato anche ai servizi della mensa serale «a cui fanno accesso sia persone di passaggio, sia residenti» specifica Breccia. Dunque l’impressione è che, oltre alla criticità dei flussi determinati dai conflitti in corso nei Paesi attualmente in guerra, un indice di impoverimento della cittadinanza locale è testimoniato dall’incremento di residenti che fanno accesso alla mensa della Caritas. Un campanello d’allarme che comincia a suonare fin troppo insistentemente. 

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