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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Adesca un minorenne sui social poi lo tempesta di foto nude: «Ti piacciono?»

A processo un 49enne che ha alle spalle altri due episodi simili. Ha conosciuto un 11enne su Instagram poi lo ha tormentato di messaggi

ANCONA - «Ti piacciono? Dove le toccheresti?». È il contenuto dei messaggi a cui allegava foto di donne semi nude inviati da un 49enne ad un bambino di 11 anni. L’adulto è a processo per adescamento di minore dopo che il padre del minorenne lo ha denunciato alla polizia postale. Nell’estate del 2019 sono iniziati ad arrivare i messaggi spinti tanto che il bambino, dopo aver provato anche a bloccare l’adulto sul cellulare, si è confidato con i genitori facendo vedere loro cosa stava accadendo. Inizialmente tra i due era nata una amicizia virtuale, su Instagram. Sarebbe stato l’adulto, che era iscritto con un nickname, il primo a seguire sul profilo l’11enne. Guadagnata la sua fiducia si è fatto dare il numero di cellulare e le loro conversazioni sono passate via messaggi su whatsapp. Conversazioni spinte e corredate di fotografie di donne quasi nude. Ne avrebbe mandate a centinaia, turbando il bambino che vive in una cittadina dell’entroterra senigalliese. 

Il padre ha controllato i messaggi e poi ha sporto denuncia alla polizia postale. Il 49enne, che vive nel bresciano, difeso dall’avvocato Luca Montanari, è finito a processo per adescamento di minorenne. Ieri mattina, davanti alla giudice Francesca Grassi, sono stati sentiti un ispettore della polizia postale che si è occupato dell’indagine e il papà del bambino. Il genitore ha raccontato dei messaggi che il figlio gli aveva fatto vedere. «Lo tormentava – ha riferito il padre in aula – era molto insistente e mio figlio gli ha detto più volte di smettere dicendogli che lui era un bambino e aveva solo 11 anni. Quell’uomo però ha continuato. Mio figlio lo ha poi bloccato». All’inizio erano semplici saluti poi i messaggi sono diventati centinaia al giorno, tutti con foto di donne con parti intime scoperte. «Ti piace questa? - gli scriveva -. Cosa le faresti? Cosa vorresti che lei ti facesse?». L’uomo, stando alle accuse, sondava i gusti sessuali del minorenne. Trovarlo per la polizia è stato semplice. È risalita alle sue generalità dal cellulare e si è recata nella cittadina bresciana per sequestrare telefono e computer. Prossima udienza il 10 ottobre per sentire la versione dell’imputato.

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