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Chiude il distretto sanitario del quartiere (e si viene a sapere casualmente): «Almeno trovate un'alternativa»

Alcuni abitanti di Collemarino, allarmati, segnalano come casualmente vengono a conoscenza della chiusura del distretto

ANCONA - Alcuni abitanti di Collemarino, allarmati, segnalano come casualmente vengono a conoscenza della chiusura del distretto di Collemarino, programmata al prossimo 31 marzo, con trasferimento del personale ai Poliambulatori dell'ex Crass. "Tale provvedimento- scrive in una nota Altra Idea di Città-  seguirebbe una regolare procedura di sfratto, nei confronti dell'Ast, da parte del proprietario dell'immobile posto in vendita nel quale l'ambulatorio di via Matteo Ricci ha sede. Quindi era previsto il tempo necessario per la ricerca di una nuova sede, sempre nella stessa zona, dove il servizio attualmente viene erogato, garantendo così la continuità assistenziale territoriale".

"Ad oggi non c'è stata nemmeno una comunicazione agli utenti che ufficializzasse la chiusura. Gli stessi utenti che saranno, a breve, privati del servizio di laboratorio analisi, fisioterapia, neurologia, Umee, tramite il servizio di assistenza sociale e i servizi domiciliari. E' anche presente, così come nello spirito del distretto, l'ambulatorio di un medico di base. È assolutamente necessario che venga individuata, in tempi brevissimi, un'altra sede pubblica anche convertendo parte degli attuali locali del mercato comunale coperto di Collemarino ampiamente sottoutilizzati, ovviamente adattati per l'esigenza. Stante poi il quartiere di Collemarino e Palombina abitato da nuove giovani famiglie sarebbe auspicabile anche la riapertura di un servizio di pediatria. Purtroppo si ha la sensazione che si voglia smantellare tutto ciò che ancora rimane dei servizi territoriali spesso utilizzati soprattutto dall'utenza anziana o dalle persone più fragili a favore di una centralizzazione dei servizi, ma soprattutto di una privatizzazione della sanità pubblica. Un appello al sindaco di Ancona, quale tutore della salute dei suoi cittadini, che si faccia portavoce nei confronti della Regione per garantire quel poco che è rimasto della territorialità dell'assistenza tanto enfatizzata".


 

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