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Domenica, 28 Aprile 2024
Salute

Apnee nel sonno, cosa c'è da sapere: approfondimento con lo specialista anconetano

La sindrome da apnee notturne (OSAS) è una patologia che sta emergendo in modo sempre più importante. Il punto con lo specialista in otorinolaringoiatria

ANCONA - Sindrome da apnee ostruttive del sonno: facciamo chiarezza con il dottor Federico Gioacchini, specialista anconetano in otorinolaringoiatria e professore a contratto presso l’Università Politecnica delle Marche. Da diversi anni alla gestione dei disturbi respiratori sia negli adulti che nei bambini. La sindrome da apnee notturne (OSAS) è una patologia che sta emergendo in modo sempre più importante ed è oggetto di grande attenzione sia da parte delle società scientifiche mediche sia di importanti enti istituzionali come il Ministero della Salute.

Di che cosa si tratta e in che cosa questo fenomeno si differenzia dal semplice russamento?

«La sindrome da apnee ostruttive del sonno, denominata OSAS (dall’acronimo anglosassone “Obstructive Sleep Apnea Syndrome”) si associa ad una riduzione del flusso aereo respiratorio e dell’ossigenazione corporea durante il sonno.Al contrario del semplice russamento, che è un fenomeno caratterizzato dalla vibrazione dei tessuti molli delle alte vie aeree generato dalle turbolenze del flusso aereo, l’OSAS rappresenta una condizione patologica molto seria che non deve essere sottovalutata». 

Perché è così importante riconoscere l’eventuale presenza di OSAS?

«La mancata diagnosi e il mancato trattamento si associano nel tempo allo sviluppo di patologie collaterali e quindi all’aumento di mortalità nella popolazione affetta da tale disturbo. Da tutto ciò deriva ogni anno un grave impatto sociale ed economico».

Con lo sviluppo di quali patologie collaterali viene messa in relazione la presenza di OSAS?  

«Diversi studi scientifici hanno confermato che una storia clinica di apnee ostruttive del sonno tende ad associarsi maggiormente a gravi disturbi cardiovascolari come lo scompenso cardiaco, l’ictus cerebrale, l’infarto cardiaco e l’ipertensione arteriosa. Inoltre ulteriori dati a nostra disposizione mostrano anche la stretta correlazione con la sindrome metabolica, una condizione clinica in cui il soggetto tende a sviluppare resistenza insulinica con diabete ed elevati valori di lipidi (colesterolo e trigliceridi) con alto rischio di sviluppare placche aterosclerotiche arteriose. Va anche ricordato che numerosi incidenti stradali e sul lavoro avvengono proprio a causa di colpi di sonno imputabili alla scarsa qualità del riposo notturno di questi pazienti».

Quale è la stima percentuale di persone che soffrono di OSAS in Italia?

«Si stima in modo realistico che le apnee ostruttive nel sonno abbiano una prevalenza superiore al 20% nella popolazione italiana. In sostanza stiamo parlando di un problema che affligge quasi una persona su quattro. Pertanto esiste un numero altissimo di casi che spesso risultano misconosciuti. Chi dovrebbe richiedere una valutazione medica per escludere di essere affetto da OSAS? Sicuramente ogni soggetto russatore merita un’accurata valutazione clinica poiché il fenomeno del russamento può spesso associarsi alla presenza di apnee ostruttive. Altra categoria che richiede un approfondimento particolare è quella delle persone che manifestano risvegli frequenti durante il corso della notte. A seguire tutti gli individui in sovrappeso, soprattutto se percepiscono la sgradevole sensazione di mancato riposo e di stanchezza già dal mattino appena alzati. Non vanno infine dimenticati i bambini che russano oltre a quelli che manifestano alterazioni comportamentali durante il giorno come ad esempio irrequietezza eccessiva, facile irritabilità, stanchezza cronica, scarsa capacità di concentrazione con conseguente ridotto» rendimento scolastico.

Quale esame strumentale ci permette una diagnosi di certezza dell’OSAS?

«La polisonnografia e la pulsossimetria notturna pediatrica sono le indagini strumentali necessarie per porre diagnosi di apnee ostruttive nel sonno. Esse consentono anche di definire in modo molto accurato il livello di gravità dell’OSAS in quanto ne esistono quadri clinici più o meno severi. La figura dello specialista Otorino è strettamente connessa al management del paziente affetto da OSAS in quanto è a livello del distretto “bocca-naso-gola” che si localizzano le principali resistenze all’ingresso dell’aria diretta ai polmoni».

Può fornirci qualche ulteriore dettaglio?

«In ogni singolo individuo adulto possiamo osservare condizioni anatomiche sfavorevoli al passaggio dell’aria: ad esempio un setto nasale deviato, una ipertrofia dei turbinati nasali, una ipertrofia linguale, un collasso del palato molle o delle pareti della gola. Per quanto riguarda la popolazione pediatrica deve essere accuratamente valutato anche il volume delle tonsille palatine e delle adenoidi. Queste sono spesso ingrossate nei bambini e possono portare allo sviluppo di apnee ostruttive già intorno all’età di tre o quattro anni. Grazie all’esame endoscopico delle vie aree superiori possiamo ottenere informazioni su queste aree anatomiche utilizzando una mini telecamera flessibile. L’esame viene eseguito agevolmente in regime ambulatoriale avendo una durata di pochissimi secondi e risultando completamente indolore. Vorrei concludere comunque sottolineando che la migliore gestione del paziente affetto da OSAS viene ottenuta solo grazie al lavoro di un team multidisciplinare che preveda al suo interno la presenza di varie figure specialistiche in grado di coordinarsi al meglio tra loro».

federico gioacchini-2

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