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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Ma è vero che i muscoli hanno "memoria"? Interrompere e riprendere l'allenamento: il punto con il medico dello sport

I muscoli hanno davvero "memoria"? E' possibile recuperare in tempi brevi lo status dopo l'interruzione dell'allenamento? E per quanto tempo c'è "speranza"? Il punto con a dottoressa Jessica Ferrini, medico dello sport di Ancona

ANCONA - I muscoli hanno davvero "memoria"? E' possibile recuperare in tempi brevi lo status dopo l'interruzione dell'allenamento? E per quanto tempo c'è "speranza"? Il punto con a dottoressa Jessica Ferrini, medico dello sport di Ancona. 

Come funziona la memoria muscolare?

«Esistono due tipi di memoria muscolare. Una permette di recuperare la massa muscolare persa più rapidamente dopo un periodo di deallenamento anche prolungato, l’altra consente di riprendere in poco tempo le abilità precedentemente acquisite, come ad esempio andare in bicicletta o guidare, dopo anni che non si eseguivano tali attività. La prima è dovuta al fatto che il cervello apprende progressivamente il modo in cui utilizzare meglio il muscolo, riuscendo ad ogni esecuzione ad arruolare un maggior numero di fibre muscolari (e quindi di mionuclei), il quale resta inalterato anche in seguito alla sospensione dell'allenamento. La seconda coinvolge lo sviluppo di percorsi neurali che permettono al nostro cervello di comunicare in modo più efficiente con i nostri muscoli, mediante un aumento delle connessioni della materia bianca tra le aree cerebrali, un accrescimento della materia grigia e una maggior efficienza nella comunicazione tra corteccia motoria primaria e muscoli».

Memoria muscolare e ipertrofia

«Ad oggi sembra che il muscolo scheletrico umano possieda una memoria epigenetica degli stimoli anabolici ricevuti e conservi il ricordo dei livelli di ipertrofia raggiunti in passato. Infatti, un allenamento per la forza produce effetti che persistono a lungo anche in un periodo di inattività successiva, e i risultati ottenuti sono tanto più facilitati quanto i risultati ottenuti precedentemente siano superiori. Durante il decondizionamento, le fibre muscolari diminuiscono la loro dimensione, ma non il numero di mionuclei che hanno acquisito con lo stimolo ipertrofico e che, quindi, saranno nuovamente disponibili per la crescita, in quantità superiore a quella presente prima di cominciare ad allenarsi. Di conseguenza, sebbene nelle prime sessioni si avrà la sensazione di dover ricominciare da capo, il recupero della forma fisica iniziale sarà più rapido e i progressi effettivi si realizzeranno in breve tempo. Facendo l'esempio della pesistica, chi non ha mai eseguito attività con sovraccarichi, inizialmente avvertirà un disagio nell'esecuzione di esercizi con il bilanciere, ma con l'allenamento questa prima sensazione scomparirà. E, ripetendo questo gesto dopo un periodo di interruzione, già dalle volte successive sarà molto più facile tornare ai livelli di carico che si era in grado di sollevare in precedenza, nonché superarli».

Funzione dei muscoli nelle abilità 

«Il fenomeno dell'acquisizione delle abilità (quali andare in bicicletta, perfezionare un servizio di tennis, guidare, ecc.) è ritenuto correlato con il concetto di memoria muscolare. I muscoli sono essenziali, ma la maggior parte dei processi per l'apprendimento e la memorizzazione dei gesti avvengono nel cervello, che modula le informazioni inviate ai muscoli e modifica, pertanto, i movimenti prodotti, permettendo di eseguire le azioni esperte in modo quasi automatico. Questo tipo di memoria, immagazzinata senza consapevolezza cosciente, è controllata da diverse regioni del cervello, che si trovano principalmente nel lobo temporale e nell’ippocampo tra cui corteccia motoria, gangli della base e cervelletto. In particolare, in uno studio, condotto a Oxford, i ricercatori hanno scoperto che, dopo sei settimane di allenamento di giocoleria, c’è stato un aumento delle connessioni tra le aree visive e le aree di movimento e, di conseguenza, una condivisione più rapida e più semplice delle informazioni. A questo risultato, si è associato un aumento della materia grigia in zone del cervello coinvolte nell’elaborazione delle informazioni visive sugli oggetti in movimento, in questo caso le sfere mobili utilizzate nella giocoleria, e una maggiore rappresentazione dei muscoli coinvolti nella corteccia motoria primaria».

La memoria muscolare inizia in età precoce

«Le evidenze, sebbene siano necessari ulteriori studi, dimostrano che i muscoli costruiti durante l'adolescenza e la giovinezza sarebbero fondamentali nelle fasi successive della vita e che un esercizio costante in età precoce consentirebbe di rallentare gli effetti dell’invecchiamento, grazie alla conservazione dei mionuclei acquisiti. Oltre ad allenare la memoria muscolare, l'esercizio fisico, che si tratti di sport di squadra, sport individuali o anche solo movimento di gioco, rende i bambini più creativi e capaci di attenzione. A questo proposito, gli scienziati dell’Università dell’Illinois, utilizzando i dati della risonanza magnetica per misurare le dimensioni del cervello, hanno scoperto che  bambini fisicamente attivi avevano un ippocampo più grande dei loro coetanei sedentari e hanno ottenuto punteggi più alti nei test di memoria. È sempre più riconosciuto a livello scientifico, infatti, che l’attività fisica sia determinante per il funzionamento cognitivo e neurale dei bambini, nonché produrre numerosi benefici fisiologici e psicologici. Attività ripetitive, ritmiche, multisensoriali come saltare la corda, ballare, saltare e lanciare una palla coinvolgono corpo e mente, aiutando ad assorbire meglio le informazioni e conservarle più a lungo». 

Per quanto tempo dura la memoria muscolare?

«In passato si credeva che, in mancanza di esercizio, il surplus di mionuclei acquisiti durante l'ipetrofia andasse incontro ad apoptosi (morte cellulare programmata), poiché non più necessario. Successivamente, come detto sopra, studi scientifici hanno dimostrato che il deallenamento non riduce il numero di mionuclei e questo permette di guadagnare massa muscolare più velocemente una volta ripresa l'attività. Essi, infatti, permangono fino a circa tre mesi durante l'inattività, per poi ridursi in minima percentuale, ma restare numerosi a lungo, anche per tutta la vita. Dalle evidenze si evince che è possibile ottenere lo stesso livello di forza, ottenuto in precedenza con venti settimane di allenamento, in sole sei settimane di esercizio dopo il disallenamento. Durata sovrapponibile hanno le modificazioni cerebrali connesse alla memoria di abilità. Quindi, non è mai troppo tardi per iniziare ad allenarsi e apprendere nuovi movimenti». 

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