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Sport come cura della persona, la sfida di WeFocus: «Non siamo una semplice palestra»

Con l’amministratore delegato Chiara Osimani abbiamo svelato i segreti dell’innovativo centro di allenamento e recupero funzionale. Prevista a breve un’apertura anche ad Ancona

«Non siamo una palestra tradizionale, il nostro credo è più ampio. All’interno del centro ci si allena ma soprattutto si recupera funzionalmente. Siamo collocati nell’emisfero della cura della persona ed è qui che intendiamo specializzarci ogni giorno di più».

I segreti di Wefocus, centro sportivo in Via Parini a San Biagio di Osimo, li rivela l’amministratrice delegata Chiara Osimani che annuncia anche una prossima apertura nel capoluogo: «Io mi occupo di pura amministrazione, il metodo vero e proprio è opera del mio socio fondatore Daniele Marchetti. Un autentico talento umano. Siamo operativi a San Biagio (l’inaugurazione formale si terrà sabato a porte chiuse a causa della normativa anti-Coronavirus, ndr) ma contiamo di aprire prestissimo un centro anche ad Ancona. Vogliamo specializzarci e valorizzare l’attività indoor, outdoor e online. Sport Project, nella cui squadra lavora anche il preparatore della Luciana Mosconi Basket (Serie B) Marco Paccioni, è un ramo di Wefocus incentrato sulla preparazione collettiva ed individuale. A testimonianza che ci occupiamo di tutto a trecentosessanta gradi».

Cura della persona nel mezzo dell’universo trattato. Ma cosa si intende nello specifico con questa formula? «Una sorta di allenamento altamente personalizzato ed equilibrato secondo le necessità riscontrate. Ma non solo fisico. Wefocus mette a disposizione un fisiatra, un nutrizionista, uno psico-terapeuta ma anche una serie di altri professionisti pronti ad intervenire sula persona. Chiunque può approcciare, tutti possono prefissarsi un obiettivo da raggiungere. Noi li aiuteremo con la nostra attenzione e la nostra metodologia». Ispirazione ed evoluzione che vanno di pari passo in un cammino destinato a coinvolgere sempre di più chi sceglierà di percorrerlo: «L’attività si sta evolvendo, oggigiorno l’aspetto individuale diventa maggiormente importante. Prendersi cura di sé stessi vuol dire farsi un regalo indipendentemente da quello che sia il campo d’azione. Puntiamo sull’acculturamento dei nostri utenti, sul dare loro degli strumenti che possano in seguito utilizzare anche da soli. Vogliamo che abbiano piacere a stare con noi. E siamo pronti a metterci in gioco».

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