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Concluso il progetto in zona Aspio-Osimo Stazione per la riduzione del rischio idrogeologico

L’intervento fa parte di un ampio progetto generale della Regione Marche, effettuato con le risorse economiche messe a disposizione da diversi canali di finanziamento, impiegate per mitigare le criticità

Sono passati quasi diciotto anni dall’alluvione che colpì le zone dell’Aspio e Stazione di Osimo e quella limitrofa di Monte Camillone, frazione di Castelfidardo nel 2006: un evento che paralizzò un’area fortemente antropizzata, con un’ampia presenza di aziende, attività commerciali e abitazioni e che nel 2011 si ripeté con la stessa intensità. L’evidente necessità di mettere in sicurezza il territorio con delle opere di mitigazione del rischio idraulico ha trovato una sua concretizzazione e i necessari finanziamenti regionali anno dopo anno da quegli eventi; il Consorzio di Bonifica, attraverso la sua società in house BME - Bonifica Marche Engineering – è stato chiamato ad integrarsi con le opere portate a termine dalla provincia e incaricato della progettazione di interventi volti a contenere le criticità evidenziate dalle alluvioni lungo tutto il bacino idrografico del fiume Aspio.

A marzo 2024, lo status quo sulle zone interessate vede in gran parte conclusi i lavori sul Fosso Rigo. L’apertura del canale bypass, il rifacimento del ponte lungo via del lavoro e l’ampliamento delle sezioni di valle fino alla confluenza con il Torrente Aspio, aumentano la sicurezza del territorio in caso di piene. Anche i due nuovi ponti, entrambi in acciaio, eretti uno lungo la strada Statale 16 e l’altro poco più a monte possono considerarsi ultimati. Restano da realizzare un terzo ponte, lungo via della Stazione, il cui cantiere partirà a breve, e le opere per il tratto di monte tra le casse e il ponte lungo via della Stazione finanziate, in questo caso, con fondi POR-FESR e la cui progettazione è in fase di avvio. Diversi i tempi per Rio Scaricalasino (Osimo) dove l’imponenza degli interventi e le dimensioni dei finanziamenti necessari – circa quindici milioni di euro complessivamente – hanno richiesto alla Regione di suddividere la realizzazione delle sei casse di espansione – tre sul fosso Offagna, una sul fosso San Valentino e due su Rio Scaricalasino – in 3 stralci funzionali.

È proprio di questi giorni l’avvio da parte del Consorzio del cantiere del secondo stralcio, finanziato con fondi PNRR. Sul completamento dei lavori per la riduzione del rischio idrogeologico nelle aree del bacino idrografico del fiume Aspio interviene Francesca Gironi, Presidente dell’Assemblea del Consorzio: «Torniamo ancora una volta a ribadire l’importanza che questi interventi rappresentano per il nostro territorio. Abbiamo perso fin troppo tempo nel considerare le evidenze del cambiamento climatico sporadici episodi. Dobbiamo tutelarci, tutelare le persone e i luoghi in cui vivono e lavorano quotidianamente; mettere in sicurezza la nostra economia pur nel pieno rispetto dell’ambiente; imparare a guardare in maniera sistemica i progetti, e soprattutto essere lungimiranti e generosi con le generazioni future».

«L’intervento di cui si tratta – commenta l’Ing. Stefano Stefoni, direzione Protezione Civile e Sicurezza del Territorio – rientra in un ben più ampio progetto generale della Regione Marche; nel corso degli ultimi anni molte sono state, e saranno, le risorse economiche messe a disposizione per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, provenienti da diversi canali di finanziamento. Obiettivo con la Regione Marche, è di realizzare, oltre alle attività ordinarie, tutte le opere necessarie nelle aree già colpite da eventi alluvionali importanti, e fare sì che sia garantito il deflusso senza danni delle piene causate da eventi piovosi con una probabilità di verificarsi superiore ai 200 anni, come prevedono le norme.

Per fare ciò sono state dirottare tutte le risorse necessaria nei bacini dell’Aspio (Osimo e Castelfidardo), dell’Esino (Castelferretti e Falconara) del Misa (Bettolelle e Senigallia) e più recentemente del Bagnolo (Morrovalle) e del Marganetto-Aspio (Ancona). Si tratta di risorse ingenti – diverse decine di milioni di euro – che consentiranno ai Sindaci, una volta ultimate le opere e in particolare di nei Comuni di Osimo e Castelfidardo, di avviare una richiesta di deperimetrazione delle aree esondabili dal PAI. Significa aver restituito al territorio ed alla popolazione quel grado di sicurezza tale da consentire all’amministrazione locale di organizzare come meglio crede lo sviluppo del proprio territorio, senza vincoli di carattere idrogeologico. L’obiettivo è sfidante e raramente si ha notizia di deperimetrazioni, dipendenti dalle Autorità di Bacino e non dalla Regione; tuttavia nelle Marche abbiamo già avuto un precedente a Castelsant’Angelo sul Nera ed è in corso un secondo procedimento a Pioraco, successivamente alla realizzazione di una serie di altrettanto importanti interventi di mitigazione del rischio idrogeologico».

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