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Odontotecnici, riconoscimento della qualifica: «Norme in vigore ferme dal 1928»

In una videocall con la vicepresidente della Commissione Sanità del Senato Paola Boldrini, Confartigianato Odontotecnici ha anche auspicato un allargamento del perimetro di confrontoper contrastare il dilagante fenomeno del low cost e del “turismo dentale”

Confartigianato Odontotecnici si è confrontata in videoconferenza con la Vicepresidente della Commissione Sanità del Senato Paola Boldrini, firmataria del Disegno di Legge sull’istituzione della professione sanitaria di odontotecnico, alla quale ha espresso apprezzamento per l’iniziativa parlamentare che mira a risolvere l’annosa attesa della Categoria rispetto al riconoscimento della qualifica professionale e al superamento dell’inadeguatezza dell’impianto normativo, fermo al maggio del 1928. Nel corso dell’incontro, riferisce Roberto Bornaccioni Presidente degli odontotecnici di Confartigianato Marche,  sono state ribadite le incongruenze della norma di settore attualmente in vigore rispetto al ruolo attribuito all’odontotecnico dal Regolamento europeo sui Dispositivi Medici, situazione che rende quanto mai opportuna e urgente l’approvazione di una norma in tal senso affinché la categoria possa corrispondere a pieno titolo agli adempimenti relativi alla valutazione di conformità, alla vigilanza, alla sorveglianza sul mercato ed alla tracciabilità dei dispositivi.

«Confartigianato ha sempre agito nella massima correttezza e collaborazione con gli interlocutori istituzionali – ha dichiarato il Presidente di Confartigianato Odontotecnici Marche Roberto Bornaccioni  – e questo è il momento di sollecitare l’attenzione da parte di tutto il mondo politico affinché siano finalmente riconosciuti appieno il ruolo e la professionalità di una figura alla quale è richiesto l’elevato livello di formazione scientifica ed il grado di autonomia e responsabilità indispensabili a garantire la qualità della protesi dentale». A beneficio e garanzia degli utilizzatori, Confartigianato Odontotecnici ha anche auspicato un allargamento del perimetro di confronto sul tema della qualità del prodotto, di comune interesse di tutta la filiera e delle Istituzioni, al fine di contrastare il dilagante fenomeno del low cost e del “turismo dentale” e di diffondere presso l’utenza le caratteristiche di qualità ed affidabilità delle protesi realizzate in Italia.

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