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Una jesina a Bruxelles per rappresentare le italiane in agricoltura

Francesca Gironi: «Accesso al credito e ruolo delle donne nelle Pac, c’è molto lavoro da fare per raggiungere la parità»

ANCONA - Le donne europee che vivono e lavorano nelle aree rurali d’Europa trascorrono 22 ore a settimana in attività lavorative non retribuite. Il dato emerge dall’ultima riunione della Commissione femminile del Copa-Cogeca, la federazione europea che comprende le associazioni di agricoltori e cooperative agricole, dove a rappresentare le italiane c’è la jesina Francesca Gironi.

«Tra gli obiettivi principali della Commissione – spiega la Gironi che è anche responsabile di Coldiretti Donne Impresa Marche – c’è quello di sollecitare gli Stati dell’Unione a elaborare piani concreti per l’attuazione dell’Obiettivo sulla parità di genere contenuto nel piano strategico della nuova PAC che accoglie definitivamente il principio sostenuto dalla Commissione Europea di guardare tutte le politiche attraverso un’ottica di genere: anche la politica di sviluppo rurale deve investire nel potenziamento delle capacità femminili per consentire uno sviluppo equo ma anche per sostenere l’effetto di “moltiplicatore del benessere sociale” che le donne producono quando vivono e lavorano nelle aree rurali». Nelle Marche circa 7mila aziende agricole vedono al timone una donna. Realtà che grazie all’interno della multifunzionalità possono spaziare su attività collaterali rispetto alla sola produzione di cibo e diventare risorsa di ricchezza e benessere sociale diffuso per tutta la comunità. «Per questo – conclude la Gironi - è necessario identificare specifiche opportunità nella PAC, per aumentare le possibilità di accesso delle donne alla terra e  migliorare le condizioni e la qualità del lavoro femminile in agricoltura».

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