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«Donnucole» in Consiglio, bufera dopo la frase di Berardinelli: «Un talebano casereccio»

Volano stracci dopo le parole del consigliere comunale di Forza Italia durante il consiglio comunale online. Simonella: «Quaquaraquà»

ANCONA – Contrasti e polemiche dopo le parole del consigliere di Forza Italia Daniele Berardinelli pronunciate durante il consiglio comunale online. Lunedì ad un certo punto della sessione ha apostrofato alcune donne del consiglio come «donnucole che non sono capaci di mettere in croce due parole, fare un ragionamento sensato e di un livello culturale basso». Per rispondere la Maggioranza ha diffuso un comunicato in cui si legge: «Non ci si abitua mai alle intemperanze, alle urla, alle parole pesanti pronunciate in modo concitato. In questi anni non si contano le situazioni nelle quali il consigliere Berardinelli ha perso il controllo durante il consiglio comunale. Chi è nelle istituzioni, chi rappresenta un pezzo di Stato, dovrebbe esercitare il compito ricevuto dai cittadini con equilibrio e maturità. E con educazione. Altrimenti ci vuole coraggio a parlare di bullismo, rispetto, inclusione, di violenza di genere, di femminicidio. Usare il termine dispregiativo di donnucole, riferendolo ad altre rappresentanti delle istituzioni, qualifica chi lo utilizza. Nasconde un maschilismo viscerale, una ostentata e sguaiata superiorità, l'incapacità di sopportare che donne, non donnucole, abbiano ruoli di responsabilità e di comando. Le donne, non donnucole, non abbassano la testa e non si spaventano per il talebano casereccio che non riesce a controllarsi e non prova neppure un pizzico di vergogna e di ravvedimento».

La risposta del consigliere

«Mi dispiace se qualcuno se l’è presa ma era riferito ad un contesto politico. Volevo declinare la parola “omuncolo” al femminile». Dunque per lui nessuna battuta uscita male: «È ora piuttosto che la maggioranza risponda nel merito della questione». Le parole incriminate sarebbero scattate dopo il messaggio di Mirella Giangiacomi (Pd) nella chat dei consiglieri in cui avrebbe bollato l'ipotesi caldeggiata dai pentastellati dell’arretramento della ferrovia adriatica descrivendola come un «disegnino». Stando alla versione di Berardinelli, quel termine «sarebbe stato solo un modo per descrivere una persona che minimizza su cose di importanza fondamentali». «Non sono intervenuta sull’argomento – precisa Giangiacomi - ma ho scritto nella chat del Consiglio. Ha fatto un disegno (non disegnino) riferito all’ordine degli ingegneri che secondo lui ha fatto il progetto dell’arretramento. I disegni sono quattro ma sempre disegni sono e non progetto». Berardinelli asserisce come «definire “un disegno” un Convegno organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Ancona, assieme alla Camera di Commercio Marche, dimostra il disprezzo, questo sì, inaccettabile». Poi affonda: «D’altronde cosa ci si può aspettare da certi personaggi buoni più per il tè in barca a Marina Dorica durante una partita a canasta, perché il bridge è troppo complicato (parlando– dice - dei radical-chic in generale) o dalla “fatina dei numeri” (riferendosi all’assessore Ida Simonella)». La reazione dell'assessore ai Trasporti non si è fatta attendere. In un post ieri ha scritto: «Donne, donnuncole...e un unico indiscusso quaquaraquà». Il consigliere di Forza italia ha ribattuto: «Confermo le mie parole Ida, omuncoli donne che politicamente generano solo commiserazione».

Le reazioni 

Nel dibattito è intervenuto anche il segretario provinciale del Pd Ancona, Jacopo Francesco Falà: «A pochi giorni dall’8 marzo, continuano gli attacchi alle donne del nostro partito (e non solo) da parte di amministratori che utilizzano il dileggio e l’arroganza come strumento di lotta politica». Fa riferimento ad alcuni episodi simili avvenuti a Senigallia e poi alla mancanza di solidarietà alla vittima di stalking al comune di Chiaravalle. «Contro questa saldatura pericolosa di atteggiamenti e modelli di comportamento antifemminili, bisogna mettere in campo una battaglia culturale imponente che isoli e stigmatizzi duramente parole e azioni che mettono in discussione le pari dignità tra uomini e donne».

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