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Caterpillar, la disperazione degli operai: «Che Natale sarà? Non ci sono parole…»

La chiusura dello stabilimento jesino ha gettato nello sconforto decine di famiglie tra cui quella di Diego, operaio di 42 anni

La chiusura della Caterpillar, con manifestazioni ed iniziative che si stanno susseguendo a Jesi e non solo, ha gettato nello sconforto e nell’incertezza decine di famiglie. Tra queste anche quella di Diego Capomagi, operaio di 42 anni, che aspetta di sapere cosa gli riserverà un futuro, non bastasse la pandemia, mai tanto indecifrabile:

«Intanto aspettiamo di vedere se arriverà la chiamata del Ministero con cui la Regione Marche, dopo gli ultimi incontri, si sta interfacciando. Non ci sono parole per descrivere il terribile Natale che ci apprestiamo a vivere, sarà veramente dura. Per me e per gli altri lavoratori le festività sono una mazzata, ci siederemo a tavola in famiglia sapendo che l’argomento di discussione sarà quello della fabbrica che chiude. Non avremmo mai pensato di vivere questo incubo. Cosa chiedo a Babbo Natale? Meglio una domanda di riserva…».

La manifestazione per le vie di Jesi, vista la grande risposta, potrebbe rivelarsi importantissima nell’ottica della battaglia per il lavoro che sta unendo tutti: «C’è stata la risposta da parte del territorio della quale aveva tutti bisogno. Era presente tutta la comunità jesina, compresa la politica. Questa non è solo la vertenza di una fabbrica ma il grido di un’intera terra. La politica può fare la differenza facendo pressione al Governo».

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