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Dalla stampa a caratteri manuali a quella automatizzata: la tipografia Flamini compie 100 anni

Tutto è iniziato nell'Istituto Buon Pastore, poi dopo vari spostamenti, la sede è stata trasferita all'Aspio. Oggi l’azienda anconetana, da sempre a conduzione familiare, è arrivata alla quarta generazione

ANCONA- La tipografia Flamini compie 100 anni. Un traguardo importante per l’azienda anconetana, da sempre a conduzione familiare, arrivata oggi alla quarta generazione. Tra un mese esatto, il 7 luglio, presso la sede della tipografia all’Aspio, la Flamini festeggerà il centenario di attività con fornitori e clienti. Dalla stampa a caratteri manuali, alla stampa a modulo continuo fino a quella automatizzata. Quante cose sono cambiate in un secolo: macchinari, sedi, prodotti e non solo. Oggi alla guida dell’azienda di famiglia c’è Francesco Flamini, affiancato dai figli Sara, responsabile marketing e commerciale, e Alessandro, responsabile produzione e acquisti. «Abbiamo fatto la storia della tipografia ad Ancona- dice Sara-. Con il cambio generazionale sono cambiate le metodologie di stampa e il modo di comunicare. Prima si stampavano per lo più documenti di trasporto o prodotti ad uso interno, ora viviamo in un mondo dove la comunicazione è al centro di ogni prodotto. Tutto è curato nel minimo dettaglio dal nostro reparto grafico. Negli anni 70/80 eravamo noti per la stampa a modulo continuo, ma da allora l'azienda si è evoluta notevolmente. Le macchine sono automatizzate ed oltre alla stampa offset, siamo forti nel mondo delle etichette industriali e gadget particolari e di qualità, quindi possiamo dire che ci occupiamo di tutto ciò che riguarda la comunicazione offline». Punto di riferimento per le aziende del territorio, la Flamini, che conta 30 dipendenti, si sta espandendo anche in Lombardia. «La posizione dell’azienda non si cambia. Siamo nati ad Ancona e lì rimarremo- afferma Sara Flamini-. Per noi il legame con il territorio è molto importante». 

la tipografia Flamini all'Istituto Buon Pastore

LA STORIA
Era il 1923 quando Flaminio Flamini aprì la prima tipografia presso l’Istituto Buon Pastore in via Fanti (oggi studentato universitario in via Oddo di Biagio). All’interno della struttura erano ospitati i “birarelli”, ragazzi orfani che, grazie alla tipografia, entrarono in contatto con il mondo del lavoro.  La stampa all’epoca era a caratteri manuali, venivano stampati libretti della messa, il foglio giornaliero per le Ferrovie dello Stato, volantini e manifesti per le propagande politiche. «Quei ragazzi che lavoravano con il mio bisnonno oggi hanno 80 anni e alcuni sono ancora in vita. Stanno scrivendo un libro e li inviteremo all’evento del 7 luglio» afferma la Flamini. Negli anni ’40 le redini dell’azienda passano in mano ai figli di Flaminio, Mario e a Fausto. «Il 1° novembre del ’43 ci fu un bombardamento ad Ancona. Mio nonno Mario e mio zio Fausto si salvarono perché era un giorno di festa e quindi non erano al lavoro- racconta Sara-. Dopo il ’43 la tipografia si trasferì, con tutte le difficoltà del trasporto di macchinari pesanti, nei locali dell’allora Corriere Adriatico in via Marsala, gli unici ad avere energia elettrica. Nel ’47 la tipografia tornò all’Istituto Buon Pastore dove rimase fino al terremoto del ’72 che rese l’edificio inagibile. La sede si spostò allora nell’area commerciale delle Palombare, in una struttura di 600 mq. Nel '93 il trasferimento ad Ancona Sud, in una struttura di 2.500 mq ai quali si aggiungono altri 2.500mq di piazzali». Negli anni ’80 a guidare l’azienda di famiglia sono i figli di Mario, Francesco e Alberto. «Mio padre Francesco ha fatto crescere moltissimo l’azienda» riferisce Sara. Poi nel 2010, l’ingresso nella Flamini della quarta generazione, appunto, con Sara ed Alessandro. «Ci piace utilizzare questa frase: il traguardo potrebbe essere una tappa, non un arrivo. Abbiamo compiuto 100 anni e questo è un grande risultato, ma guardiamo avanti, al futuro, per far crescere l’azienda in maniera innovativa» conclude.

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