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Venerdì, 26 Aprile 2024
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"Togliamo l’acqua dal mercato", si ricostituisce compatto il coordinamento marchigiano

Con una presentazione dinanzi alle Tredici Cannelle nel centro di Ancona i rappresentanti delle sigle a tutela dell’acqua come bene comune hanno annunciato la loro nuova mobilitazione

A difesa dell’acqua, intesa come bene comune. Si è ricostituito proprio in questi giorni il “coordinamento marchigiano dei movimenti per la acqua bene comune” alla luce di alcuni provvedimenti che hanno favorito – a detta degli attivisti – i processi di mercificazione della stessa acqua. A complicare le cose l’incongrua natura di società per azioni dei soggetti pubblici che gestiscono il servizio idrico che non favorisce trasparenza e partecipazione. Nella conferenza di presentazione che si è tenuta alla Tredici Cannelle, alla presenza di tanti attivisti, a spiegare la natura della mobilitazione ci ha pensato Massimo Rossi, esponente di “Dipende da noi” e promotore del tavolo piceno “Acqua bene comune”:

«I privati li abbiamo dentro casa, in Regione, in alcune parti addirittura partecipano come gestori del servizio idrico integrato. Noi dobbiamo favorire la gestione dell’acqua in modo consorziale, piuttosto che attraverso l’Spa. Ad Ascoli Piceno, ad esempio, la società di gestione ha firmato un preaccordo con la Irem che è una società quotata in borsa e questo tipo di società, naturalmente, utilizzano un modus operando di tipo commerciale trattando gli utenti come clienti. Vogliamo il rispetto dei principi di trasparenza e cercheremo di coinvolgere quanti più cittadini all’interno delle soluzioni prospettate. Promuoveremo una vertenza regionale fondandoci sulla legge n.30 del 2011 che stabilisce che all’interno di ogni AATO Autorità di ambito territoriale ottimale ci sia una consulta degli utenti».

    Cooridnamento 2-2

Al fianco del Coordinamento era presente anche Altra Idea di Città rappresentata dal consigliere comunale Francesco Rubini: «Fondamentale tenere in vita questa mobilitazione che ritengo determinante. Si fanno i referendum, si portano le persone al voto e si vincono ma poi i legislatori restano pronti agli interessi dei privati. L’acqua in questo momento non è pubblica, i problemi sono grandi e dobbiamo batterci affinché torni ad essere un bene comune».

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