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Strage di Corinaldo, due anni dopo: il trailer del docufilm | VIDEO

Lo short film di Tommaso Luzi viene diffuso a due anni esatti da quel terribile giorno. Attraverso le voci e le interviste ai ragazzi “Parlare nel silenzio, nascita di un manifesto” racconta che cosa è stato fatto da allora

La sera dell’8 dicembre 2018 una mamma e cinque ragazzi rimangono vittime della calca creata da un gesto assurdo, lo spruzzo di una bomboletta di spray urticante, mentre la folla attende l’inizio di un concerto, alla Lanterna Azzurra di Corinaldo. Il panico si crea in un attimo, una delle porte di sicurezza è bloccata e l’unica via d’uscita è su un ponticello a cui cedono i supporti laterali facendo precipitare le prime persone uscite nel fossato sottostante a causa della pressione del resto della gente. Sei vittime, circa 149 feriti e un locale, secondo le indagini, fuori norma. Comincia così la storia di una rinascita e di una riflessione di un gruppo di adolescenti presenti quella sera, in cui Eleonora Girolimini, Asia Nasoni, Emma Fabini, Daniele Pongetti, Benedetta Vitali e Mattia Orlandi persero la vita. Da qui parte il docufilm “Parlare nel silenzio, nascita di un manifesto”, voluto da CO.GE.U, il comitato di genitori che si è costituito a Senigallia a seguito di quella tragedia e che è poi evoluto in Associazione aperta anche ai ragazzi, dove giovani e adulti collaborano per un unico scopo: un divertimento più sicuro per fare sì che un fatto simile a quello di Corinaldo non accada mai più. Ambientato nella discoteca MamaMia di Senigallia e diretto dal regista Tommaso Luzi, lo short film viene diffuso a due anni esatti da quel terribile giorno. Attraverso le voci e le interviste ai ragazzi, i veri protagonisti di questa storia, “Parlare nel silenzio, nascita di un manifesto” racconta che cosa è stato fatto da allora, mettendo in luce, oltre al ricordo di chi non c'è più, l'atteggiamento positivo e costruttivo delle persone coinvolte che da un'esperienza dolorosa hanno saputo trarre l'opportunità di realizzare una serie di progetti utili alla loro generazione. 

Il regista Tommaso Luzi: «Parlare di sicurezza nel 2020 è essenziale. Questi ragazzi si alzano tutte le mattine con un pensiero in testa: prima di riaprire locali e discoteche, sensibilizziamo tutti. Ed è giusto perché se non c'è sensibilizzazione, se non c'è un modo per condividere il dolore, andare oltre e guardare al futuro insieme, il singolo non può nulla. Loro lo hanno imparato a loro spese. È stato un progetto molto interessante. È stato sorprendentemente facile parlare con questi giovani adulti. Ascoltarli mi ha riportato ai miei tempi del divertimento, a quando ero giovane e andavo in discoteca,  a tutte le volte in cui ho forse rischiato senza rendermene conto. Questi ragazzi mi hanno insegnato tanto. Io con la mia telecamera sono riuscito a cogliere alcuni momenti, delle frasi, delle frazioni di quello che è stato il loro percorso. Credo che insieme siamo riusciti a togliere il velo dalla sofferenza scoprendo un grande coraggio. Sono contento di aver avuto la possibilità di raccontare tutto questo».

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