Su quel treno per Jesi, lo zelo batte il buonsenso 1 a 0
Prima di inviare questa lettera, ho atteso la risposta al mio reclamo fatto a Trenitalia. La mia lamentela è scaturita da un episodio accaduto a mia figlia a gennaio 2019, che mi ha infastidito non poco. In tutta onestà devo dire che mi è stato chiesto scusa per il ritardo dopo quasi tre mesi. Non dell’arrivo del treno in stazione, ma dei tempi di risposta al mia civile osservazione. Nella risposta si conferma che tutto è avvenuto secondo regolamento. Si sono poi soffermati sul ritardo, puntualizzando che questo rientrava entro i parametri, per cui non avevo nessun diritto di rimborso. Le mie rimostranze come si potrà leggere sotto non erano affatto nate dal ritardo. Evidentemente, dovendo liquidare la pratica scrivendo qualche riga in più, si sono attaccati anche su questo argomento da me appena accennato come battuta. Vado a riportare l’episodio che, secondo me si commenta da solo. Su quel treno per Jesi lo zelo batte il buonsenso 1-0.
Quest'anno sotto l’albero, Ilaria oltre ai soliti pacchi e pacchettini ha trovato una bella e più che mai gradita sorpresa: una carta prepagata da 50 euro. Aveva visto giorni prima un bel maglione in una boutique per il corso di Jesi e, con l’aggiunta di qualche altro risparmio, già se lo vedeva addosso. Prima del rientro a scuola dopo le vacanze natalizie, insieme a due amiche, aveva organizzato una brevissima gita a Roma. Partenza sabato 5 gennaio con sveglia verso le 5 e rientro a Jesi in giornata previsto da Trenitalia per le ore 21,59. Il viaggio d'andata passa velocemente, pregustando la giornata allegra e divertente che si prospetta. Poi arriva il momento del rientro: si sale a Roma Termini sul treno delle ore 18,36. Durante il viaggio di ritorno, anche se stanche per la lunga giornata, si continua a ridere e scherzare, come giusto che sia visto che parliamo di adolescenti di 14-16 anni. Ad un certo punto passa il controllore e le ragazze presentano i biglietti, acquistati on-line dal padre di una di loro e distribuiti poco prima di salire in treno alle sei del mattino. Oltre al biglietto, il controllore chiede il documento di riconoscimento. Effettivamente sul biglietto, a caratteri molto ma molto piccoli, già difficili da leggere in condizioni normali, figuriamoci alle sei del mattino con scarsa luminosità sul marciapiede della stazione, è indicato che il cliente deve esibire anche un documento. Due su tre ce l’hanno, l’altra no. Prova a chiedere se può chiamare a casa perché, oggi tramite whatsapp, in un attimo avrebbe potuto avere la foto della carta di identità. Niente da fare. Il controllore accende il terminale portatile ed in tempo reale stampa il biglietto da pagare: 47,19 euro, riportando poi a penna sullo scontrino la causale “comprato biglietto internet ma sprovvisto di documento di riconoscimento". C’è da dire che ha avuto molto tatto non scrivendo “presunta”.
Ora vorrei chiedere a questo signore: hai davanti tre ragazzine con i biglietti, tutti acquistati dalla stessa persona, sono con numerazioni in sequenza, alla richiesta di aspettare qualche minuto per procurarsi la copia del documento di identità hai risposto negativamente. Ma era proprio necessario andare a togliere da sotto l’albero quei 50 euro? Questa dimostrazione di alta professionalità e solerzia l’avrebbe avuta ugualmente se di fronte invece che tre ragazzine ci fossero stati tre adulti, magari in grado di controbattere con appropriati argomenti il suo comportamento ottusamente zelante? Peraltro il treno è arrivato con circa 20-25 minuti di ritardo. Vorrei chiedere al suddetto controllore se è stata usata la stessa solerzia per segnalare il mancato rispetto della tabella di marcia del convoglio. Non mi risulta che nessuno abbia chiesto scusa ai passeggeri o che verrà rimborsata quota parte del biglietto che non mi sono mai permesso di richiedere. Comunque non ti preoccupare cara Ilaria. I soldi per il maglioncino te li daranno mamma e papà, anzi visto che avresti dovuto prendere qualcosa dal salvadanaio, te lo regaliamo direttamente noi alla faccia dell’integerrimo controllore.