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Il sindaco Bacci scrive a Draghi: «Fase delicata per il Paese, sciogliere tutte le forze neofasciste»

Dopo gli scontri di sabato e la devastazione della Cgil a Roma il sindaco di Jesi invia una lettera al premier Mario Draghi

Il sindaco di Jesi, Massimo Bacci, scrive al premier Mario Draghi. Il tema è quello delle violenze che si sono scatenate sabato a Roma e che hanno portato alla devastazione della sede della Cgil. «Dopo i gravi episodi di violenza che hanno caratterizzato la giornata di sabato - si legge - con l’attacco alla sede centrale del sindacato Cgil e alla struttura ospedaliera Umberto I di Roma, l’Italia rivive una drammatica e preoccupante aggressione di matrice neofascista».

Proseuge la lettera: «Ancora una volta questi deprecabili episodi testimoniano come l’acquisizione della democrazia non sia qualcosa di statico e di stabile, che si possa considerare raggiunta una volta per tutte; invece, bisogna sempre garantirla e difenderla, approfondendo quei valori di libertà, di giustizia e di pace che sono la grande aspirazione popolare consacrata dalla Resistenza. Come ricordava lo statista Aldo Moro, «il nostro antifascismo non è dunque solo una nobilissima affermazione ideale, ma un indirizzo di vita, un principio di comportamenti coerenti». Con questo spirito, infatti, le nostre madri e i nostri padri ci hanno guidato fuori dal deserto del fascismo, percorrendo la strada della democrazia. Proprio quelle madri e quei padri, che hanno donato la loro vita per l’Italia del futuro e hanno dato vita alla fioritura democratica, scolpirono sulla nostra Carta fondamentale il divieto di riorganizzazione, "sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista". Anche questo enunciato, parafrasando le parole di Aldo Moro, non è solo un bellissimo ideale, ma un principio da attuare e un valore da difendere e custodire. Nel corso degli anni tutti gli esecutivi, sostenuti da diverse formule di governo e guidati da tutte le coalizioni, non sono riusciti a dare seguito alla XII disposizione transitoria e finale della nostra Costituzione, consentendo così a queste formazioni neofasciste di organizzarsi e strutturarsi come autentica forza politica. Tutti i governi che si sono alternati negli anni hanno dimostrato indifferenza, sottovalutando così questa grave minaccia per la nostra democrazia».

Ancora il Primo cittadino scrive: «Il Suo profondo senso dello Stato è solida garanzia per il nostro Paese e per tutte le istituzioni democratiche, pertanto, anche in una fase così delicata, quando gruppi minoritari inneggiano all’odio e utilizzano la violenza di stampo squadrista contro i presidi e i simboli della nostra democrazia, l’identità nazionale antifascista e democratica rinnova nella Repubblica italiana la sua massima fiducia. Animati da questa fiducia, l’attesa di chi ha a cuore il bene delle nostre Istituzioni è che si proceda, finalmente, con lo scioglimento di queste forze neofasciste, superando quell’inerzia costituzionale che ha accompagnato tutti i precedenti governi. Alla luce di questi gravi fatti, in una fase molto delicata per il nostro Paese, a nome della Città di Jesi che mi onoro di rappresentare, Le rivolgo la massima stima e gratitudine per il suo alto compito a servizio dell’Italia».

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