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Arriva l'estate ed è allarme pronto soccorso, l'attacco al sindaco: «A rischio la salute di cittadini e turisti»

A denunciarlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi. La denuncia riguardo la situazione in cui versa il pronto soccorso della città

ANCONA – «La cappa di strumentalizzazioni e scorrettezze che ha permesso alla destra marchigiana e senigalliese di vincere le elezioni si sta dissolvendo. Prova ne sia il tracollo di popolarità fatto registrare dal presidente Acquaroli, che nell’annuale rilevazione annuale sull’indice di gradimento dei governatori italiani fa segnare un clamoroso – 9% rispetto al 2021, peggiore performance a livello nazionale». A denunciarlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi.

La verità è che, dopo quasi due anni di governo regionale e senza più la possibilità di incolpare “quelli di prima”, i nodi stanno venendo al pettine. Tutti, uno dopo l’altro. E purtroppo Senigallia, proprio in ambito sanitario, rischia di pagare un conto ancor più salato rispetto ad altri territori. Basti guardare al caos che si affligge il nostro Pronto soccorso, con i pazienti letteralmente in balìa degli eventi, nonostante l’encomiabile abnegazione di medici, infermieri e personale sanitario del Pronto soccorso e di tutti i reparti. Con la stagione estiva alle porte – lancia l’allarme Mangialardi – la situazione rischia di andare completamente fuori controllo e di non avere per il secondo anno consecutivo il servizio di guardia medica, con gravi rischi per la salute di cittadini e turisti. La situazione, chiunque sia intellettualmente onesto non può negarlo, è drammaticamente peggiorata rispetto alle difficoltà vissute negli scorsi anni. Ma al peggio non c’è fine. Dopo il nulla assoluto realizzato dalla giunta regionale in questi due anni, assecondato dall’Amministrazione comunale, apprendiamo che l’assistenza medica per i prossimi quattro mesi verrà esternalizzata dall’Azienda sanitaria alle cooperative private grazie a un bando di 633 mila euro. L’equivalente, secondo stime attendibili, alla cifra necessaria per l’assunzione di 10 specialisti a tempo indeterminato. Una decisione del tutto incoerente da parte di chi non ha mai perso occasione di attaccare pubblicamente il centrosinistra, indicandolo come il responsabile della presunta privatizzazione della sanità».

«A differenza della destra – conclude Mangialardi – quella che pensava di risolvere tutto battendo i pugni sul tavolo, non abbiamo mai negato la complessità di gestire un settore così complesso e delicato come la sanità, soprattutto alla luce delle novità normative intervenute nel corso degli ultimi dieci anni. Sappiamo che il personale è difficile da reperire, esattamente come prima. Però va detto che la pandemia ha offerto alle istituzioni locali, Regione e Comune in primis, l’opportunità di ripensare il modello organizzativo della sanità marchigiana, grazie anche alle risorse stanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Invece nulla è è stato fatto, né a livello regionale né a livello comunale, nonostante lo spartiacque del Covid indicasse chiaramente la strada da perseguire per potenziare quei servizi territoriali che dovrebbero essere alla base dei cambiamenti richiesti e necessari. Ma questo sconcertante immobilismo non è a costo zero e rischia, questa volta davvero, si penalizzare irreversibilmente l’ospedale di Senigallia. Il tutto nell’assordante silenzio degli esponenti del Comitato cittadino a Difesa dell’ospedale, di colpo diventati afoni sui temi della sanità, ma sempre estremamente prolissi nel fare da megafono alle iniziative di quell’Amministrazione comunale che vede seduto al vertice il loro ex capo».

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