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Si allarga il fronte anti-green pass: «Preoccupati per la frattura tra i cittadini»

La posizione di Italexit, Popolo della Famiglia, Movimento Universitario contro le Discriminazioni, Movimento Universitario per Scuola e Istituti di Istruzione Secondaria

ANCONA - «L’obbligo vaccinale ancora in piedi per tutta una serie di categorie è una misura sanzionatoria che viola il principio di uguaglianza e dignità previsto dall’art. 3 della Costituzione, un provvedimento inumano e discriminatorio che aggrava la misura di sospensione, già di per sé lesiva del diritto al lavoro su cui si incardina la nostra Costituzione». Questo hanno dichiarato l’onorevole Paolo Giuliodori, deputato di Alternativa, Massimo Gianangeli, coordinatore regionale Marche di Italexit per l’Italia con Gianluigi Paragone, Fabio Sebastianelli, coordinatore regionale Marche del Popolo della Famiglia, Vincenzo Cuteri, Clara Ferranti, Maria Stella Colomba, Emanuele Bertoni, coordinatori del Movimento Universitario contro le Discriminazioni, Gaetano Sinatti, rappresentante nel Movimento Universitario per Scuola e Istituti di Istruzione Secondaria.

«Siamo seriamente preoccupati della frattura che è stata prodotta negli ultimi due anni da provvedimenti governativi che hanno diviso la società e i cittadini- continua la nota- Discriminazione, segregazione e violazione delle libertà personali sono le disumane conseguenze subite da chi non ha seguito i diktat di questo governo e ha liberamente deciso di non vaccinarsi, non violando nessuna legge. Le categorie professionali che hanno dovuto fare i conti con l’obbligo vaccinale hanno dovuto sottostare, in parte, contro la propria volontà a un trattamento sanitario solo per non perdere il lavoro e lo stipendio. Una cosa davvero vergognosa e indegna di un Paese civile, che si definisce “libero e democratico”».

«Sospensione e privazione dello stipendio a chi non è vaccinato, o non ha completato il ciclo di vaccinazione ‒ continuano i rappresentanti Italexit Marche ‒, sono tutt’altro che una misura sanitaria per il bene comune, trattandosi invece di un palese atto politico punitivo e afflittivo che mina la democrazia, la costituzione e i diritti fondamentali dell’essere umano, per altro assolutamente spropositati rispetto ai risultati attesi (sicurezza, protezione dal covid, non contagio). Ricordiamo infatti che anche i plurivaccinati sono stati contagiati e contagiano essi stessi. Ancora più vergognoso è il demansionamento di quegli insegnanti che non si sono piegati al ricatto e hanno esercitato un loro sacrosanto diritto di scelta – concludono ‒, un coraggioso esempio di pensiero critico che evidentemente per i nostri governanti deve essere allontanato dagli alunni. Demansionare un docente e passarlo a mansioni ATA, peraltro, facendogli fare 36 ore pagandogliene solo 18, costituisce chiaramente un illecito perché va contro un contratto di lavoro nazionale. Facciamo presente, inoltre, che la recente comunicazione dell’Ufficio Scolastico Regionale Marche estende incomprensibilmente al personale scolastico un provvedimento governativo, per quanto esso stesso ingiusto, applicato ai sanitari. Infatti per i docenti marchigiani la validità del green pass da guarigione viene arbitrariamente ridotta da 6 a 3 mesi. Siamo indignati, stufi, arrabbiati. I mesi passano, l’emergenza è finita, ma le misure discriminatorie del governo continuano indefessamente. Siamo uniti e compatti, ci opporremo in ogni modo, non daremo pace alle istituzioni finché questo inaccettabile e ignobile ricatto di Stato non avrà fine una volta per tutte».

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