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“Porte aperte” alla Fondazione Città di Senigallia, Mangialardi rifiuta l’invito

Il capogruppo regionale del PD ha affermato attraverso una nota le motivazioni che hanno portato a rispedire al mittente l’invito

ANCONA - «Non è certo con superficiali operazioni di facciata che il commissario straordinario della Fondazione Città di Senigallia può pensare di ottemperare al principio della trasparenza. Soprattutto dopo che, quello stesso principio, è stato largamente bistrattato nel percorso che ha portato alla sua nomina da parte della giunta Acquaroli. E’ per tale motivo che non sarò presente all’incontro organizzato dal commissario stesso, a cui sono stato chiamato a partecipare insieme agli altri consiglieri regionali di Senigallia. Piuttosto ritengo molto più interessante attendere l’esito dell’ottimo lavoro svolto dal gruppo consiliare del Partito Demcoratico tramite due accessi agli atti e l’interrogazione rivolta al sindaco Olivetti che verrà discussa venerdì prossimo dal consiglio comunale».

Così il consigliere regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi comunica la propria assenza all’incontro promosso dal commissario straordinario della Fondazione Città di Senigallia Corrado Canafoglia, in programma giovedì 28 luglio nell’ambito del progetto “Porte aperte”.

«D’altra parte - sottolinea Mangialardi - mi sembra molto lacunoso il concetto di trasparenza amministrativa del commissario straordinario. Basti vedere la relazione che ha redatto e sottoscritto insieme al Cda dimissionario, infarcita di dati completamente sballati, senza alcuna corrispondenza con quanto indicato nei bilanci, circa la reale consistenza del patrimonio della Fondazione. Una relazione che ha avuto l’unico scopo di delineare una serie di presunte criticità, tali da giustificare il commissariamento. E che dire del suo strenuo attivismo per farsi riconoscere l’attuale ruolo, nonostante si fosse dimesso pochi mesi prima perché, a suo stesso dire, non era in grado di portare avanti l’ordinaria gestione dell’ente? Un incarico ottenuto, non dimentichiamolo, insieme a un bel compenso di oltre 20 mila euro annui che non era invece previsto per la figura del presidente del Cda».

«Noi la trasparenza la vogliamo davvero - conclude il consigliere del Pd - ma non ci presteremo a strumentalizzazioni come quella messa in campo dal commissario. Tra l’altro, prima di intraprendere simili iniziative, sarebbe opportuno che egli attendesse l’esito del ricorso al Presidente della Repubblica circa la sua nomina. Anche perché, come noto, a oggi ogni sua decisione rischia di risultare illegittima sul piano amministrativo e priva di valore sotto l’aspetto politico. In questo quadro, sarebbe più opportuno che il commissario si limitasse ad adempiere ai propri doveri esclusivamente nelle sedi istituzionali, a partire dalla conferenza dei capigruppo del consiglio comunale di Senigallia che lo ha convocato proprio per giovedì, evitando così di generare ulteriore confusione sul suo ruolo e sullo stato della Fondazione».

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