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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Verso le elezioni, stop al degrado: cosa farebbero i sei candidati sindaco per dare maggiore decoro alla città e alle frazioni

Abbiamo chiesto a Battino, Rubegni, Rubini, Silvetti, Simonella e Sparapani che cosa fare per rendere Ancona più accogliente

ANCONA- Il decoro è indubbiamente un tema caldo, che ha tenuto banco in questi mesi di campagna elettorale. Abbiamo chiesto ai sei candidati sindaco che cosa fare per rendere Ancona una città più accogliente, ovviamente comprendendo anche le frazioni.

Marco Battino di Ripartiamo dai Giovani: «Innanzitutto va programmata un’attività di manutenzione ordinaria, cosa che negli ultimi anni non è stata fatta. Avere una programmazione manageriale per sapere dove intervenire è indispensabile. Non si può fare solo manutenzione straordinaria come avvenuto negli ultimi 10 anni. Sicuramente è fondamentale recuperare il rapporto con le nostre frazioni, i nostri borghi, ingiustamente abbandonati. Anche le frazioni, come i quartieri storici della città, raccolgono al loro interno la storia di Ancona e possono offrire molto dal punto vista paesaggistico, culturale e storico. Sono una ricchezza e vanno valorizzati dal punto di vista del decoro e di collegamenti».

Roberto Rubegni di Europa Verde: «Il decoro è un argomento bollente e i cittadini ne percepiscono la mancanza. Come scritto nel nostro programma, la macchina comunale si deve efficientare e devono essere valorizzate le competenze professionali di ciascuno. Questo significa avere migliore qualità del servizio ai cittadini. Decoro vuol dire più pulizia, progettare infrastrutture verdi, curare il verde, avere un piano del verde, un censimento, un progetto di riforestazione. Noi vorremmo anche rigenerare la città non solo dal punto di vista urbanistico e architettonico ma anche dal punto di vista dei rapporti sociali. Ancona deve essere più inclusiva a partire dai quartieri periferici e dalle frazioni che sono uno scrigno di cultura. Devono essere valorizzate con più servizi e riavvicinate al centro di Ancona ad esempio con un trasporto pubblico locale a chiamata. Si deve migliorare l’illuminazione, riaprire i circoli che sono in stato di abbandono e renderli luoghi di integrazione e socialità per anziani e giovani. Pensare ad una migliore copertura internet e alla manutenzione delle strade».

Francesco Rubini di Altra Idea di Città, sostenuto da Altra Idea di Città e Ancona Città Aperta: «Serve una programmazione delle manutenzioni costante e ben realizzata. In alcune parti della città serve invece un intervento straordinario. Rispetto a questo sono importanti alcune riflessioni. La prima è che questo Comune deve tornare ad assumere operai e manutentori per evitare di essere costretti ad affidare ogni minimo lavoro di manutenzione a ditte esterne, con conseguenze che poi abbiamo visto in via XXIX settembre. Altro tema è la partecipazione, quindi coinvolgere i cittadini, i quartieri, le periferie, le associazioni e i volontari nella cogestione degli spazi per la pulizia e il decoro. Infine, coinvolgere le migliori energie creative presenti in città per immaginare arredi urbani belli e attrattivi anche per chi viene da fuori».

Daniele Silvetti, candidato sindaco del centrodestra, sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, UDC, Ancona Protagonista, Rinasci Ancona e Civitas Civici: «C’è bisogno di un piano straordinario perché per troppi anni non c’è stata programmazione e visone del decoro urbano. Siamo costretti ad intervenire d’accordo con le associazioni di categoria, attraverso anche il contributo dell’Università Politecnica delle Marche, e ad immaginare un nuovo format urbano che possa in qualche modo aiutare il commercio e il turista ad accedere ad una città più accogliente, bella e più fruibile dal punto di vista dei servizi e della loro qualità. Questo non può prescindere dal contributo fondamentale, storico, di quelle che erroneamente vengono chiamate frazioni. Per noi sono borghi, luoghi dell’identità che possono a pieno titolo essere collegate con il centro città e contribuire allo sviluppo di una nuova frontiera del turismo locale». 

Ida Simonella, candidata sindaco del centrosinistra, sostenuta da Pd, Ancona Futura, Ancona Diamoci del Noi, Ancona Popolare, Repubblicani per Ancona e Progressisti: «Oggi il decoro, le manutenzioni diffuse su tutto il territorio devono essere la priorità della priorità. Come si può fare? Perché non è stato fatto fino adesso? Per quelle manutenzioni e per quel decoro non si possono recuperare i fondi (Pnrr, europei, nazionali), bisogna lavorare sulle risorse del bilancio. Avendo recuperato però i fondi per fare grandi opere con dei bandi, oggi possiamo utilizzare più risorse per il decoro della città, per il verde pubblico, le piccole manutenzioni, la pulizia. Possiamo farlo e dobbiamo darci un’organizzazione più strutturata. Ho parlato con Mobilità & Parcheggi che può potenziare l’offerta. Possiamo fare in modo che i cittadini dei quartieri anche più periferici possano prendersi cura di piccoli pezzetti della città: un bagno pubblico, un’aiuola, il parco sotto casa. Associazioni e cittadini possono prendere in consegna un bene comune e il Comune può riconoscere anche qualche risorsa per questo tipo di servizio. Questo aumenta sia la cura del contesto, sia il senso di responsabilità di tutti che va educato e coltivato».

Enrico Sparapani del Movimento 5 Stelle: «Decoro vuol dire anche turismo, parte fondamentale per l’economia della nostra città. Riuscire a rendere Ancona più decorosa significa vivacizzarla e a portare giovani. Si pensi che il presidio del verde è gestito solo da 6 persone, di cui 2 con problemi fisici che devono solo verificare, quindi decoro e verde sono gestiti da aziende private. Il decoro e il verde riguardano anche i parchi dove dobbiamo reinserire dei punti di interesse. Pensiamo al Cardeto, a Posatora o alla Cittadella dove c’era un bar che fungeva anche da ritrovo per i giovani, mentre ad oggi non c’è più niente. Dobbiamo cercare di rendere questa città più pulita e decorosa per incentivare il turismo che è quello che più ci serve. Basti pensare che, secondo un report della Cna, il 20% delle attività economiche ad Ancona hanno chiuso».

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