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«Perché la Mancinelli è ancora nel Pd?», i dem replicano a Calenda: «Ha tradito i suoi iscritti, la sua è una tragedia politica»

La risposta del Pd anconetano alle parole del leader di Azione

ANCONA - «La sortita anconetana di Carlo Calenda con il suo maldestro tentativo di campagna acquisti è tanto ridicola quanto inopportuna». Lo scrive in una nota il Pd anconetano dopo le dichiarazioni di Carlo Calenda in città. «La tragedia politica di Calenda è umanamente comprensibile: ad Ancona, il suo partito è già stato oggetto di un fenomeno di dimissioni di massa che ha lasciato solo pochi iscritti. Inoltre, è notizia proprio di oggi che ben 31 membri del Direttivo romano di Azione si sono dimessi, causando la decadenza dell’intero organismo, ora commissariato- si legge nella nota- le motivazioni di queste dimissioni sono perspicue: “Rassegniamo le nostre dimissioni dalla Direzione romana per il venir meno del rapporto di fiducia con l’attuale segreteria a causa di una gestione personale e personalistica del partito, la mancanza di momenti di aggregazione e di discussione interna, l’assenza di lavoro politico sul territorio».

«Per via di modalità di gestione discutibili, Calenda ha tradito la fiducia dei suoi iscritti e ora tenta di fare proselitismo nel Pd. Un atteggiamento non rispettoso nei confronti del nostro partito- continua il Pd- Azione e Partito Democratico sono forze che potrebbero e dovrebbero dialogare, non rubarsi vicendevolmente iscritti. Il problema è che Azione, a causa del settarismo di Calenda, rifiuta ogni tipo di confronto con il Pd. Per esempio, Azione avrebbe potuto rispondere positivamente all'invito che abbiamo lanciato per un incontro tra i segretari provinciali delle forze di centrosinistra che terremo il prossimo martedì 6 Dicembre a Jesi. E invece, si nega anche solo per sedersi al tavolo, per discutere, per avviare un confronto. Non mi sembrano gli atteggiamenti costruttivi di cui avremmo bisogno per costruire un progetto credibile e sconfiggere la destra. Sempre che la destra la si voglia sconfiggere, o forse si preferisce stringerci subdole alleanze. Mi permetto di fornire un consiglio non richiesto a Calenda: se vuole fermare l'emorragia di iscritti, l’esodo e la fuga complessiva di militanti ed elettori, invece di mettere in atto improbabili OPA sul Pd, più proficuamente potrebbe provare ad assumere un atteggiamento dialogante non solo verso la Meloni, ma anche verso il popolo del centrosinistra. Molti “azionisti” non sono affatto contenti di accodarsi a politiche di estrema destra, di andare a braccetto con Fratelli d’Italia, di sposare l’azione di questo governo. Provi a portare rispetto per le posizioni di chi ritiene ancora valide le ragioni del centrosinistra, vedrà che ne otterrà risultati positivi». 

Sulla vicenda è intervenuto anche il senatore Pd e commissario regionale Alberto Losacco: «Calenda ad Ancona ci aiuti a sconfiggere la destra, abbandonando maldestri tentativi di opa sui nostri dirigenti e le offese nei confronti dei nostri iscritti. Usare le imminenti scadenze elettorali come occasione per generare tensioni ad arte è un segnale di poca attenzione e sensibilità per questa città. Calenda abbia più rispetto per questo territorio e per la città di Ancona, dove bisogna lavorare per garantire un’amministrazione che continui il buon lavoro di questi anni. Tutti si sentano impegnati per questo e soltanto per questo». 

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