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Economia Castelfidardo

"In prima fila", l'evento business per raccontare le imprese del territorio e le loro difficoltà

Carlo Cottarelli all'evento: «Il Made in Italy ha bisogno di un sistema Paese che cresca. Il nostro reddito pro capite è fermo al 2007»

CASTELFIDARDO - «Vogliamo portare il mondo nelle Marche, questo appuntamento che è il primo business talk sul nuovo Made in Italy,  vuole essere il punto di partenza per un progetto di lungo periodo, con cadenza annuale che aiuti le aziende ad essere competitive sui mercati globali». Lo ha affermato Filippo Barbetta, esperto di internazionalizzazione ed anima di TAI Think About It e promotore di “In Prima Fila”  primo tavolo operativo marchigiano per la modernizzazione delle piccole e medie imprese della Regione di scena venerdì 17 giugno a partire dalle ore 16 alla Sala Meeting Garofoli a Castelfidardo. 

Tra i protagonisti più attesi, uno dei più noti studiosi di economia del Paese, il già direttore del Dipartimento Affari Fiscali dell’F.M.I. e commissario governativo  per la revisione della spesa pubblica Carlo Cottarelli, l’editorialista, saggista e giornalista economico Davide Giacalone (Direttore de La Ragione),  il giornalista, conduttore radiofonico e televisivo Fulvio Giuliani, il giornalista, analista e scrittore Andrea Pamparana (già Vicedirettore del TG5). Le analisi dei relatori hanno posto l’accento sulle direttrici principali   di una vera transizione economica, ecologica e digitale del modello economico –sociale italiano, delle  splendide varietà regionali che lo caratterizzano e della loro effettiva abilità nel fare sistema. Cottarelli si è soffermato sull’importanza di semplificare la burocrazia sottolineando che “occorre evitare che la sola compilazione di moduli produca una spesa di centinaia di miliardi. Il professore ha puntato il dito anche sulla “dimensione delle imprese e sulla loro atavica difficoltà a fare sistema e a mettersi insieme”.  Molte le considerazioni di ordine generale a cominciare dalla questione demografica, “Tra il 2019 e il 2021 abbiamo perso oltre mezzo milione di persone in età lavorativa, si tratta di una cifra enorme che ha riflessi in tutto il sistema Paese. Telegrafica la risposta a chi lo incalza sul futuro del Pnrr: “investe l’80% sulle cose e solo il 20% sulle persone. Io avrei fatto il contrario. Il futuro di questo piano, che non ha avuto alcun voto popolare, dipende da chi arriverà dopo Draghi: se sarà la volta di chi ha voluto  il reddito di cittadinanza e quota 100, non vedo un avvenire roseo per il PNRR. Il Made in Italy ha bisogno di un sistema paese che cresca, mentre il nostro reddito pro capite è fermo dal 2007”.

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