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Non si trovano camerieri: «Colpa del reddito di cittadinanza, per sistemare pietanze volevano 2.900 euro»

I ristoranti cercano personale, il personale “papabile” non cerca i ristoranti. E’ il paradosso che c’è ad Ancona e non solo. Il lavoro stagionale tra i tavoli o in cucina non sembra più un’opzione per le nuove leve

ANCONA - I ristoranti cercano personale, il personale “papabile” non cerca i ristoranti. E’ il paradosso che c’è ad Ancona e non solo. Il lavoro stagionale tra i tavoli o in cucina non sembra più un’opzione per le nuove leve. Già, ma perché? Per alcuni ristoratori il problema non è tanto nella richiesta di compenso, bensì generazionale: «C’è un adeguamento di questi ragazzi, non voglio dire che non vogliono lavorare, ma c’è poco sacrificio e forse basta loro la vita che hanno- dice Edoardo Rubini, titolare di “Emilia” a Portonovo- non si può certo fare di tutta l’erba un fascio, chi c’è si impegna. Noi stiamo cercando minimo tre o quattro persone, ma la disponibilità agli orari non c’è. Ti dicono che fanno serata e il giorno dopo non ci sono, il lavoro secondo me è un’altra cosa. Sembra quasi che io faccia una cortesia al ragazzo nel prenderlo». Qualcuno si presenta predisposto a lavorare, presentandosi al titolare di turno. Poi però sparisce. Capitolo contratti? «I contratti sono a norma, ognuno viene pagato per il proprio orario e mansione ma vale anche per i bagnini- continua Rubini- anzi, se ci sono da fare extra è tutto dovuto e tutto pagato. Ci sono dei turni forti a Portonovo. Esistono periodi morti qui come a marzo e aprile, poi però arriva anche il periodo “da battaglia” in estate dove c’è bisogno». 

Il lavoro c'è, i giovani no: dentro i ristoranti anconetani che non trovano personale | VIDEO

«Io pago da 50 a 60 euro a servizio- spiega Thomas Polenta, del “Baffo”- cerchiamo personale in sala e cucina, ma mi è anche capitato un ragazzo che per sistemare le pietanze chiedeva sui 2.900 euro. Si presentano comunque in pochi e quei pochi chiedono tanto senza saper fare manovalanza. Perché molti dicono di no? Secondo me per il reddito di cittadinanza. Per aver fatto la stagione qualche anno fa, ancora percepiscono i 700 euro mensili. Perché dovrebbero lavorare come somari d’estate, fare sempre tardi e svegliarsi presto rinunciando alla vita personale?».  «C’è sempre meno richiesta, ma questo ci insegna anche che dovremmo cambiare un po’ registro- spiega Marcello Nicolini, di “Marcello”- dobbiamo adeguarci ai tempi, dare più turni di lavoro e più respiro, perché la vita delle persone va rispettata anche se ci costa di più. Il lavoro è anche possibilità di mettersi in mostra e gli 800 o 1500 euro al mese è in funzione a quello che la persona può dare. Oggi i ragazzi sono in regola, forse stiamo pagando lo scotto di qualche anno fa quando le cose funzionavano in modo diverso. Questo lavoro è bellissimo, ma per chi lo ama. Il giovane che vuole mettere da parte i soldi per la vacanza no, non esiste più quel tipo di mentalità»

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